L'AQUILA L'unica notizia positiva per il Pd aquilano è stata l'elezione di Stefania Pezzopane alla Camera (nella scorsa legislatura era al Senato). La neo-deputata su Facebook ha scritto: «La notizia mi soddisfa e inorgoglisce. Posso continuare in parlamento a lavorare per la mia terra».
CHAMPAGNE. Poco dopo, il suo compagno, Simone Coccia Colaiuta, chiosava: «La mia piccola grande Stefy è stata rieletta alla Camera dei deputati. Complimenti amore mio questa sera champagne, orgoglioso di te».
I MAL DI PANCIA. Ma se in casa Pezzopane si è brindato a champagne, i maggiorenti del Pd cittadino - ammesso che abbiano avuto voglia di brindare - si sono dovuti rifugiare in acqua corretta col bicarbonato. I mal di pancia - che originano dalla sconfitta alle Comunali oltre 8 mesi fa - dopo i risultati negativi del 4 marzo (un 15 per cento, alle comunali fu il 17), sono riesplosi tutti. Ieri mattina l'aria era quella della quiete prima della tempesta. Un po' come al fronte quando si aspetta uno sparo per dare il via alla battaglia. Ma l'artiglieria pesante - che di solito si utilizza come copertura all'azione vera e propria - già si fa sentire. La stessa Pezzopane - che tra i suoi pregi ha anche quello di fiutare l'aria in anticipo rispetto agli altri - ancora prima della conferenza stampa di Renzi in cui il segretario ha dato dimissioni che a molti sono apparse finte, ha attribuito al capo del Pd (lei renziana di ferro mentre il Pd aquilano è, in maggioranza, pro Orlando) gran parte della responsabilità della Caporetto. Il presidente provinciale del Pd, Pietro Di Stefano, ex assessore alla Ricostruzione, ha annunciato l'intenzione di voler «occupare le sedi del partito» per protestare contro l'atteggiamento di Renzi e accusando l'asse Renzi-D'Alfonso di aver imposto candidature senza passare per gli organi statutari.
DI BENEDETTO. Americo Di Benedetto, il candidato a sindaco battuto da Pierluigi Biondi al ballottaggio, su Facebook ha scritto: «La terza via del Pd: Carlo Calenda! Il futuro sta nella solidarietà collettiva e non nell'utilità di prossimità. Quello che è accaduto in Abruzzo alle Politiche e all'Aquila alle Comunali non lascia più alcun dubbio. Così è (se vi pare)». La causa della sconfitta di Di Benedetto al ballottaggio del giugno 2017 ha nel Pd due versioni: una dice che Di Benedetto era un candidato troppo forte e per questo, vincendo, avrebbe messo in ombra i reggitori storici del partito che, quindi, gli hanno fatto lo sgambetto; l'altra versione racconta il contrario. E adesso c'è chi si pone anche il problema se l'eventuale ritorno alle urne per le amministrative a causa dell'«anatra zoppa» non rischi di trasformarsi nell'ennesima sconfitta.
RINNOVAMENTO. Oggi tutti parlano della necessità di un rinnovamento del Pd anche a livello locale. E il pensiero va subito alla necessità di spazzare via il "vecchio" è cioè la "triade" che governa il centrosinistra aquilano da almeno un quarto di secolo: Stefania Pezzopane, Massimo Cialente, Giovanni Lolli.
CIALENTE. L'ex sindaco si è eliminato da solo. Lui che sino a ora non aveva perso uno scontro ha voluto esagerare e ha creduto fino alla fine che l'essere stato il sindaco del terremoto gli avrebbe dato un vantaggio sugli avversari. Ma, pur ottenendo un discreto consenso (nel comune dell'Aquila 7.928 voti, 1300 in più delle liste che lo appoggiavano), è stato battuto dal candidato di Forza Italia - che il terremoto l'aveva visto in tv - e dalla rappresentante 5 Stelle che non ha avuto la visibilità mediatica dell'ex sindaco. Cialente ha continuato a ripetere fino alla noia la favoletta dell'ordinanza svuota-L'Aquila che lui avrebbe fatto ritirare a maggio 2009 nella "famosa" notte dei lunghi coltelli. Ma il terremoto e le tragedie sono da tempo fuori dal dibattito, gli eroismi (veri o finti) del periodo 2009-10 non interessano più a nessuno, oggi il tema è come gestire (o approfittare) del fiume di soldi della ricostruzione.
LOLLI. L'altra colonna della triade, Giovanni Lolli, a sentire gli umori, dovrebbe terminare la corsa in occasione delle Regionali quando il candidato aquilano sarà Pierpaolo Pietrucci e Lolli difficilmente potrà aspirare alla candidatura a presidente. Poi la Pezzopane che ha la possibilità di un altro "giro" in parlamento. Resta la necessità di rifare il Pd che, come dicono gli stessi esponenti «ha perso ogni contatto con la realtà».