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Pescara, 24/07/2024
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Data: 07/03/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Pelino dice addio al Parlamento. Esclusa in base al calcolo dei resti

SULMONA Per il ministero dell'Interno la veterana del Parlamento con le sue tre legislature appena concluse, Paola Pelino, deve lasciarsi alle spalle l'esperienza romana. Ma lei spera ancora di rientrare in gioco e quindi attende la convalida della Corte d'Appello. Alle 4 di ieri però il Viminale ha assegnato solo tre seggi, e non più quattro, a Forza Italia ad Antonio Martino e Gianfranco Rotondi alla Camera e a Nazario Pagano al Senato. Fra le fedelissime del presidente Silvio Berlusconi, l'imprenditrice della casa di confetti di Sulmona, preferisce non rilasciare dichiarazioni «prima che i magistrati della Corte d'Appello si esprimano». Certo è che la Pelino, eletta da febbraio 2013, è stata riconfermata in tre legislature, la XV e la XVI alla Camera e la XVII - appena conclusa - al Senato. Andando a scorrere i dati di Open Parlamento, la Pelino è fra i parlamentari col più alto tasso di presenza, pari al 95,44 per cento e appena il 4,48 di assenze. Dati che non sono essere bastati. Nel corso della sua lunga esperienza politica è stata vicepresidente del gruppo di Forza Italia e del Pdl dal 5 febbraio 2014 e vicepresidente della commissione permanente Industria, commercio e turismo. Oltre che membro della commissione di inchiesta sugli infortuni sul lavoro, di quella sulle questioni regionali, supplente del Consiglio di disciplina e segretario della commissione di inchiesta sul femminicidio. Il suo impegno si è manifestato sulle questioni legate al terremoto, alle potenzialità imprenditoriali dell'Abruzzo e poi con le sue battaglie locali. Ha portato in Parlamento diversi emendamenti, disegni di legge, mozioni, interrogazioni e interpellanze a tutela dell'ospedale sulmonese e del tribunale. È stata fra i promotori del no alla centrale della Snam nella commissione Ambiente della Camera nel 2014. Provvedimento che non è servito a fermare la corsa della multinazionale del gas. Non sono mancati anche episodi poco piacevoli, legati a presunti debiti non pagati. Come quello denunciato nel 2013 da una nota boutique di Pescara da cui - secondo l'accusa - si sarebbe fatta consegnare in albergo vestiti per 11mila euro senza pagare. Risale all'anno scorso, invece, l'accusa di appropriazione indebita per un'auto acquistata a Genova e 27mila euro di debito. Gianfranco Rotondi chiosa: «La sua esclusione una grande ingiustizia».

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