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Pescara, 24/07/2024
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Data: 07/03/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Rischio assedio per Alessandrini. Dopo i risultati delle politiche centrodestra e Movimento 5 Stelle pronti a dare l’assalto a un Pd al minimo storico del 16,42 per cento. In città le due opposizioni divise da tre punti scarsi: è partita la corsa per le prossime elezioni comunali, ecco i nomi in ballo. Su viale Marconi il primo strappo, Pagnanelli contro Civitarese

Troppo forte il cordone ombelicale con l'amministrazione regionale al tramonto, troppo ghiotto il minimo storico del Pd (16,42) e del centrosinistra (20,22) in città, modesto il traino assicurato da Luciano D'Alfonso (soltanto uno 0,9 in più il dato del Senato). Troppo tutto per non spingere sull'acceleratore verso le prossime elezioni comunali, sempre più avvertite dalle due opposizioni come un secondo round della clamorosa tornata politica di domenica. E se è vero che a esultare senza se e senza ma è il Movimento 5 Stelle, forte di un dato regionale vicino al 40 per cento e pronto a tingere di giallo la prima Regione d'Italia, numeri alla mano anche il centrodestra pensa di avere carte per tentare la doppia rivincita. Il risultato di Pescara città restringe la forbice tra i due competitor: i Cinque stelle pesano il 36,77 per cento, Forza Italia e soci seguono a un passo con il 34,07, non male considerando anche le scorie per una scelta di candidature non pienamente digerite».
Da qui riparte la politica pescarese e c'è da scommettere che per il Pd e il centrosinistra saranno mesi di passione. Amplificate dalle tensioni interne destinate ad esplodere nel lungo interregno sul ponte di comando. Da centrodestra e M5S arriva il primo altolà all'amministrazione in carica: «In queste condizioni non pensino di portare ad approvazione dossier importanti come area di risulta e nuovo stadio, sui quali si registra la nostra totale contrarietà e la sostanziale delegittimazione del centrosinistra», dice la consigliera pentastellata Erika Alessandrini. E praticamente all'unisono il capogruppo azzurro Marcello Antonelli rincara, aggiungendo all'elenco «riqualificazioni urbane, piste ciclabili e misure sulla viabilità. Una giunta sgradita al 75 per cento dei cittadini non può avallare provvedimenti e scelte di un assessore tecnico, non eletto, destinati a incidere sulla qualità della vita dei pescaresi».
IL COLPO DEL KO
Ordinaria amministrazione è la parola d'ordine delle opposizioni. Che sotto sotto preparano il colpo del kappaò. Ruota intorno ai nomi già in prima linea la scelta dei Cinque stelle per la squadra d'assalto a Regione e Comune: Domenico Pettinari, Erika Alessandrini, Enrica Sabatini, Massimiliano Di Pillo: «Le regole del movimento sono chiare - precisa la Alessandrini - nessuno può interrompere un mandato elettorale per candidarsi ad altri incarichi, quindi sarà determinante la data delle elezioni regionali. Poi toccherà all'assemblea e, eventualmente, a regionarie e comunarie, mettere a punto le scelte migliori, con meccanismi di controllo da affinare, dopo l'esperienza delle politiche, contro il rischio di salti sul carro». La prima opzione per la candidatura a sindaco spetta alla Sabatini, che potrebbe però privilegiare l'impegno di vertice nella piattaforma Rousseau riaprendo tutti i giochi.
DIRIGENTI APPANNATI
Più dei numeri, scarsi tre punti di distacco dai pentastellati, a pesare nel campo del centrodestra è un certo appannamento della classe dirigente: gli anni e le sconfitte collezionate, riducono le chance di esponenti di primo piano come Guerino Testa, Carlo Masci e Luigi Albore Mascia, dietro i quali stentano a emergere figure nuove, con l'eccezione di Rapposelli e D'Incecco. Il bouquet si restringe ai nomi forti di Lorenzo Sospiri e Marcello Antonelli, capigruppo in Regione e Comune. Il primo metterà all'incasso la mancata candidatura alla Camera puntando alto per la Regione, con il rischio di scontrarsi con le ambizioni di Mauro Febbo, Fabrizio Di Stefano e Umberto Di Primio. Soltanto in subordine c'è la fascia da sindaco, che Antonelli mette invece in cima alle ambizioni: «Non è un mistero - dice - è tutto chiaro da quando ho dato indisponibilità a correre per la Regione».
LA RISPOSTA
«I numeri di oggi sono questi: loro opposizione, noi maggioranza. E così andremo avanti fino a fine mandato, respingendo tutele e forme di sovranità limitata, soprattutto da parte di chi negli ultimi mesi ha partorito lo scempio di corso Vittorio». Il sindaco Marco Alessandrini esce dall'angolo con un rilancio: «È andata malissimo ovunque, ma a Pescara il Pd ha tenuto meglio». I prossimi mesi diranno se è solo un bluff.

Su viale Marconi il primo strappo, Pagnanelli contro Civitarese

La tarantella, a leggere il botta e risposta su Facebook, è già cominciata. Ad animare l’affondo di Renato Ranieri, ex consigliere comunale di centrodestra che trova una sponda inattesa nel presidente del consiglio comunale Francesco Pagnanelli (Pd), il tema sensibile della viabilità. Scelte che finiscono inevitabilmente per animare il dibattito politico e che in questo caso riguardano il senso unico sud-nord su viale Marconi, ma anche una nuova pista ciclabile, separata dalla corsia preferenziale degli autobus, in via Conte di Ruvo con l’eliminazione dei posteggi per le automobili sul lato nord della strada. La decisione è di quelle destinate a scuotere ben più di qualche poltrona in giunta o in consiglio. A sollevare su Facebook il caso viale Marconi è Renato Ranieri, ex consigliere di centrodestra, oggi simpatizzante della Meloni, che invita a ripensare alla possibilità di rendere l’importante arteria a senso unico, considerando anche che sarebbe tra gli ultimi atti dell’amministrazione Alessandrini. «Alla luce dei risultati elettorali - scrive Ranieri -, considerato che tra un anno si vota a Pescara, è impensabile che un assessore, tra l’altro neanche eletto, possa decidere senza il coinvolgimento dei cittadini di stravolgere la circolazione in via Marconi. In questo caso la mobilitazione cittadina è scontata ». Ma, come si dice, spesso la risposta è più amara della domanda. Non si è fatto pregare Francesco Pagnanelli, il presidente piddino dell’aula, mica uno qualsiasi, che scrive: «Tranquillo, perché si tratta solo di una bizzarra idea del professore, non suffragata da alcun consenso in seno al consiglio comunale. I cittadini e commercianti di viale Marconi possono dormire sonni tranquilli». Insomma ecco che a delegittimare l’operato di un assessore tecnico nel cuore del sindaco Alessandrini, per la cui difesa giunta è stata anche vista, rivista e scomposta, ci pensa il presidente del consiglio. Civitarese, dal canto suo, non ha mai nascosto l’intenzione di dimettersi in caso non vengano comprese le sue intenzioni di rivoluzionare la viabilità cittadina, costi quel che costi. E potrebbe costare molto, anche a giudicare dal consigliere Massimiliano Pignoli, in quota al centro sinistra che si dice pronto, dopo essere stato contattato da numerosi cittadini, a fare le barricate insieme a residenti e commercianti che si dicono contrari a questo tipo di soluzione per la viabilità. «Convocherò - annuncia Pignoli - una commissione Viabilità e Traffico urgente allo scopo di verificare nei dettagli quelli che siano i due progetti che rischiano di creare solo disagi sia a chi vive in viale Marconi e in via Conte di Ruvo ma anche a coloro che sono titolari di attività commerciali. Non escludiamo di organizzare anche una manifestazione di protesta con tanto di blocco del traffico».

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