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Data: 08/03/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
La scelta di Nadia: «Sono mamma ma guido i bus». Le autiste donna sono ancora poche (sulla tratta Teramo-Rimini lei è l'unica in Flixbus)

A 43 anni è riuscita a realizzare il sogno che aveva sin da bambina: diventare autista di bus. Nadia Caiazza, originaria della Campania, teramana di adozione, oggi di anni ne ha 46. La sua è la storia di chi si è rimessa in gioco e ce l'ha fatta. Dopo il matrimonio, Nadia ha scelto di dare la priorità alla famiglia: con un diploma in Ragioneria e i figli da seguire, ha scelto impieghi che le hanno permesso di conciliare casa e lavoro.
«La vita da ufficio mi andava veramente stretta - racconta - ero insoddisfatta, così, quando i mie figli sono cresciuti, ho lasciato tutto e ho preso prima la patente C e poi la D e sono diventata autista di bus, quello che avevo sempre sognato di fare».
All'inizio è stata dura, Nadia ha vinto le diffidenze di datori di lavoro e colleghi, non solo perché le autiste donna sono ancora poche (sulla tratta Teramo-Rimini lei è l'unica in Flixbus), ma anche perché la sua scelta, quella di iniziare una nuova professione superati i 40 anni, non è stata capita da tutti. Reinserirsi nel mondo del lavoro, alla sua età e con una famiglia di cui occuparsi, non è stata un'impresa facile: molte compagnie non l'hanno presa sul serio, oppure si sono mostrate scettiche per il fatto che una donna e madre potesse realmente diventare un'autista affidabile e seria. «Adesso ce l'ho fatta - aggiunge -, da tre anni sono stata assunta alla Flixbus, dove mi trovo molto bene».
I suoi orari impongono parecchi sacrifici alla mamma-lavoratrice. «Quando svolgo la tratta Teramo-Rimini, quindi per 2 o 3 volte a settimana dormo fuori casa, parto alle 12 e torno il giorno dopo. A volte invece faccio solo il percorso fino a Roma, partendo alle 12 e tornando alle 19,30. Riesco quasi sempre a organizzarmi con la cucina, mio marito mi aiuta molto, e nei giorni liberi faccio la spesa e le altre faccende domestiche». I figli, che oggi hanno 14 e 16 anni, l'hanno spinta a rimettersi in gioco.
«Non ci sono stati episodi particolarmente spiacevoli nel mio percorso lavorativo - dice -, a volte qualcuno mi fa delle battute, ma non le trovo particolarmente offensive. Molte clienti che viaggiano spesso con il mio autobus le conosco ormai da tempo, e mi fa piacere che ci siano delle persone che chiedono espressamente di me, perché dicono di sentirsi al sicuro e di avere molta fiducia. Ci sono dei genitori che mi affidano i loro figli, una responsabilità che avverto sia come donna che come madre».

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