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Pescara, 24/11/2024
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Data: 08/03/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il dopo voto in Abruzzo - Il M5S: «Regione ed enti vanno azzerati lasciate governare noi»

PESCARA «D'Alfonso lo salutiamo, ci starà guardando: buongiorno presidente». Sarà Marcozzi e gli altri consiglieri regionali del M5S, Riccardo Mercante, Domenico Pettinari e Pietro Smargiassi, incontrano la stampa per l'analisi del voto e mandano tutto in diretta streaming. Marcozzi si è già prodotta nella prima pungolatura. Poi passa al dato elettorale: «Quasi un abruzzese su due ha dato fiducia al M5S. E' stato premiato il buon lavoro dei nostri parlamentari, ma un pezzetto di merito ce lo prendiamo anche noi. Siamo andati in ogni luogo d'Abruzzo a raccontare il nostro programma. Il risultato del Pd è una debacle totale». Prossimo assalto al fortino della Regione? «No - riprende l'esponente dei 5 stelle -, non parlerei di assalto. Quello che vogliamo è il salvataggio di una regione che affonda». E giù l'elenco delle misfatte: «Una sanità che taglia i servizi ma non la spesa. Basti pensare agli ospedali che si vogliono realizzare con il project financing. O al disastro nella gestione dei fondi europei, che era stato contestato al centrodestra di Chiodi mentre oggi siamo solo all'1% della spesa certificata». Altro appunto sulla gestione finanziaria dell'ente: «I conti del bilancio regionale non sono in ordine - incalza Marcozzi -. Torna la minaccia del commissariamento». E sulla congiuntura economica del territorio: «In Abruzzo negli ultimi tre anni hanno chiuso 2.500 imprese e si sono persi 15.000 posti di lavoro. Il taglio dei nostri stipendi ha consentito di aiutare le piccole imprese».
RIFIUTI
Gestione dei rifiuti: «Hanno impiegato tre anni e mezzo per approvare un nuovo piano che non elimina il rischio degli inceneritori». Considerazione accompagnata da una precisazione sul caso di Roma Capitale: «I rifiuti - osserva Marcozzi - non sono di Roma, ma della Regione Lazio a guida Pd che non è riuscita a creare gli impianti di smaltimento». Tutto chiaro? No, c'è ancora tempo per un altro attacco a Luciano D'Alfonso, che in attesa delle procedure (affidate alla giunta delle elezioni del Senato) per la nomina a palazzo Madama, continuerà ancora per qualche mese a restare al comando dell'esecutivo regionale: «D'Alfonso dovrebbe dimettersi e fare tornare gli abruzzesi alle urne» insiste Marcozzi. Insomma, dimettersi da tutto. Ritirarsi a vita privata. Che detto a uno che frequentava i circoli della Dc da quando indossava i calzoni corti, è come dire a Messi di mettere in soffitta il pallone d'oro per dedicarsi al gioco delle bocce. Toni forti, sull'onda lunga del successo elettorale: un ferro caldo da battere. E già che ci siamo, ecco un altro affondo indirizzato agli altri oppositori dell'Emiciclo ma prossimi avversari quando si tornerà al voto per le regionali: «Anche il centrodestra - sottolinea Marcozzi - ha fallito nella gestione dei fondi europei. Per trent'anni anni abbiamo visto avvicendarsi sempre le stesse persone, le stesse facce: al Parlamento, alla Regione, nelle Province, nei Comuni. Un trampolino di lancio per le carriere. Adesso basta. Liberiamo l'Abruzzo».
Intanto, tra le date possibili per il voto anticipato delle regionali si affaccia anche quella del 16 dicembre, quando si dovrebbe pensare solo all'acquisto dei regali e invece si potrebbe tornare a contare le schede sotto l'albero.

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