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Data: 10/03/2018
Testata giornalistica: Il Sole 24 ore.com
Contratti, firmato accordo Confindustria-sindacati. Boccia: esempio per Paese

Firmato l’accordo sul nuovo modello contrattuale e di relazioni industriali dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, e dai leader di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, dopo l’accordo raggiunto nella notte del 28 febbraio. Sono confermati i due livelli di contrattazione (nazionale e aziendale o territoriale), sono indicati i criteri di calcolo degli aumenti salariali e sono introdotti il Trattamento economico complessivo e minimo (Tec e Tem). Viene inoltre definita per la prima volta la misurazione della rappresentanza anche per le imprese.

Boccia: parti sociali compatte, esempio per Paese
«In un momento delicato per il Paese le parti sociali si compattano, non si dividono». È un «messaggio al Paese» che industriali e sindacati, «consapevoli» delle sfide da affrontare, lanciano con la firma dell’accordo su contrattazione e rappresentanza. Così il leader di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha commentato la firma odierna. L'intesa raggiunta dopo un anno e mezzo di confronto, «anche con divergenze ma sempre con rispetto e con la volontà di costruire un percorso», per Boccia è un esempio di come si possa «passare dalla stagione del conflitto al confronto nell'interesse di tutti».

«Appello a responsabilità, soluzione in tempi brevi per Governo»
Anche Boccia, come ieri il capo dello Stato, ha fatto un appello alle forze politiche alla «responsabilità, nell’interesse del Paese». Interpellato sulla situazione di stallo post voto a margine della firma del nuovo modello contrattuale, il presidente di Confindustria ha specificato infatti che la soluzione «dovrebbe avvenire in tempi brevi», perché «abbiamo momenti importanti da affrontare in chiave europea, come il bilancio, la questione dei dazi e poi c'è un'economia che inizia a crescere» e va accompagnata. Boccia ha poi aggiunto di «non aver paura di nessuna forza politica» e che la linea di Confindustria è sempre stata quella di valutare «i governi dai provvedimenti e non dal colore politico».


Il plauso dei sindacati
Positivo il commento dei sindacati. Per il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, l’accordo sul nuovo modello contrattuale e di relazioni industriali «è un investimento che facciamo sulla funzione della contrattazione ed è un investimento sull'autonomia delle parti sociali. Veniamo da una stagione in cui è stata messa in discussione. Bisogna rafforzare nel nostro Paese la centralità del lavoro». «È un accordo che sottolinea il valore sociale del lavoro. Abbiamo assistito ad una campagna elettorale non bella sul lavoro, noi pensiamo che questo accordo concorra alla crescita del Paese e del valore sociale del lavoro» ha ribadito la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. Mentre il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha parlato di «accordo importante» arrivato «in un momento particolare: il Paese si è espresso con il voto, l’economia è in leggera ripresa e con questo accordo dobbiamo favorirne il decollo».


LAVORO 1° marzo 2018
Riforma contratti, spazio alla produttività
Modello “aperto”
Il testo di 16 pagine è stato firmato ufficialmente oggi dopo essere stato sottoposto alla valutazione dei tre sindacati. Nella precedente intesa sul modello contrattuale, raggiunta a Palazzo Chigi il 22 gennaio del 2009, mancava la firma della Cgil. Ma la Cgil aveva firmato il successivo accordo interconfederale del 28 giugno 2011 sulle relazioni industriali, con le regole sulla rappresentatività (che introduceva la misurazione della rappresentanza sindacale) e l'efficacia dei contratti aziendali. L’accordo prevede, per scongiurare il dumping contrattuale - ovvero la proliferazione di contratti firmati da organizzazioni prive di rappresentanza- che venga misurata la rappresentanza non solo dei sindacati ma anche delle associazioni datoriali. Il testo concordato dalle parti individua un modello contrattuale “aperto”, che spinge alla crescita della produttività aziendale e, con essa, dei salari dei lavoratori. E che conferma gli attuali due livelli contrattuali, il primo nazionale e il secondo aziendale (o, in alternativa, territoriale).

Due livelli contrattuali
Il contatto nazionale di categoria ha la principale funzione di regolazione dei rapporti di lavoro e di garante dei trattamenti economici e normativi comuni a tutti i lavoratori del settore, sull’intero territorio nazionale. Il Ccnl deve individuare il trattamento economico complessivo, costituito dal trattamento economico minimo (minimi tabellari) e da tutti quei trattamenti economici (come le forme di welfare) - considerati dal contratto nazionale comuni a tutti i lavoratori del settore. Il contratto nazionale dovrà anche incentivare lo sviluppo virtuoso della contrattazione di secondo livello, orientando le intese aziendali (o territoriali) al riconoscimento di trattamenti economici strettamente legati ad obiettivi reali di crescita della produttività, dell’efficienza, della redditività o dell’innovazione aziendale.

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