PESCARA. E' passata sotto traccia ma questa, tra le notizie del dopo elezioni, è la più preoccupante per il futuro dell'Abruzzo. «La Corte costituzionale ha dichiarato costituzionalmente illegittima, con sentenza numero 49 del 5 marzo scorso, la legge regionale numero 16 del 2017», afferma Maurizio Acerbo. Si tratta della legge di approvazione del rendiconto di esercizio finanziario 2013. «Quando eravamo in Regione avevamo sollevato la questione della mancata approvazione dei rendiconti nei termini di legge, ed erano solo tre», continua il segretario nazionale di Rifondazione comunista, «oggi la giunta regionale si trova a dover mettere mano ai rendiconti 2013, 2014, 2015, 2016 e 2017 altrimenti rischia il commissariamento. Più che un impegno da senatore mi sembra una fuga del governatore D'Alfonso dalla Regione», conclude Acerbo. Qualche giorno fa, anche il Movimento 5 Stelle, in conferenza stampa, ha sfiorato l'argomento mentre il consigliere regionale di Forza Italia, Mauro Febbo, ha diffuso, solo attraverso Whatsapp, la sentenza della Consulta diventata una spada di Damocle sul governo regionale che ha basato buona parte della propria programmazione sulle approvazioni dei rendiconti pregressi che gli ha lasciato in eredità la precedente giunta di centrodestra. Per programmazione infatti si intendono anche i concorsi per l'assunzione di nuovo personale oppure i contratti a tempo non determinato a dirigenti e capi di dipartimento i cui esiti, dopo il veto della Corte dei Conti e questa sentenza, diventano molto incerti.