VASTO Da anni ormai si produce poco reddito. Un terzo delle aziende non c'è più. Diverse attività hanno deciso di chiudere, altre sono fallite. L'area industriale di Punta Penna è un susseguirsi di capannoni vuoti. Il miracolo industriale degli anni 60 è ormai uno sbiadito ricordo. La crisi fa paura. Il Vastese rischia di tornare indietro di 60 anni. «Servono incentivi, iniziative e servizi», chiedono i sindacati. Qualche piccola avvisaglia di ripresa arriva dallo scalo portuale. Il porto di Punta Penna, in evidente ripresa, potrebbe avere un ruolo determinante per la ripresa economica. «Speriamo che presto oltre al dragaggio dei fondali, arrivi al traguardo la linea ferroviaria agognata dalla Pilkington e dai colossi industriali», ha detto qualche giorno prima delle elezioni l'industriale Remo Salvatorelli ( Vastarredo). La linea ferroviaria rientra nel progetto europeo dei nuovi collegamenti discussi a Bruxelles fra i manager della Fiat e le più importanti industrie del settore automobilistico. Il percorso della linea parte da Piana Sant'Angelo per raggiungere Punta Penna e dirigersi poi verso la Val di Sangro.