«Credo che il Pd, magari non subito, debba sedersi al tavolo con i cinquestelle quanto meno per andare a vedere le carte e farsi carico della responsabilità di governo in questo Paese. Meglio seguire questa strada che deviare su un governo di destra e xenofobo: una sinistra responsabile dovrebbe evitarlo». Parola di comunista, quella di Antonio Saia, storico sindaco di San Valentino - ha guidato il paese per trent'anni ed è tutt'ora in carica - nonché parlamentare di lungo corso con Comunisti italiani e Rifondazione comunista. Una voce fuori dal coro rispetto a quella parte di Pd schierata per un no netto e deciso all'appoggio esterno ai cinquestelle, memore dello streaming del 2013 con Bersani. Dice Saia: «Siamo scottati per come nel 2013 M5S ha trattato Bersani in quel modo vergognoso, auspico la ricompattazione della sinistra in un soggetto vero, considerto che Leu è stato solo un mero cartello elettorale, ma è da lì che si deve ripartire perché è in momenti come questo che si misura il peso pubblico di un partito che deve dare risposte responsabili agli elettori e al Paese. Dire no a priori è sbagliato». Al reddito di cittadinanza, cavallo vincente di M5S, Saia preferisce «un piano per creare lavoro al Sud, che sia compatibile con i nostri dati economici e con l'Unione europea, perché in questo modo si riconosce dignità ai lavoratori. C'è tanto da fare in particolare per le infrastrutture, si può puntare anche sui lavori socialmente utili. Il rischio da scongiurare - aggiunge Saia - è che con il reddito di cittadinanza si passi invece dalla speranza all'illusione». San Valentino è uno dei Comuni del Pescarese che stanno per andare al voto fra tre mesi. Dopo il risultato di queste Politiche, come e quanto cinquestelle e Lega potranno incidere sul voto locale? «A San Valentino la Lega ha preso cento voti ma non ha rappresentanza locale, non ha figure di riferimento, lo stesso vale per M5S che però qui ha comunque doppiato il Pd».
Perchè il Pd è crollato? «Perché chi ha governato ha pagato lo scotto di non aver dato risposte - seguita Saia -. Come si può considerare posto di lavoro una realtà di chi è assunto per due giorni a settimana o deve sperare di rinovare il contratto di mese in mese e solo per pochi mesi? Siamo indietro su tutto: in Sanità abbiamo il più basso livello europeo di posti letto per abitante e ancora si dice di voler tagliare? Per i medici c'è il numero chiuso ma sappiamo già adesso che tra vent'anni ne mancheranno all'appello ventimila. E i giovani si sono sentiti abbandonati dalla sinistra».