La soddisfazione per un «risultato straordinario» che fa dell'Aquila il collegio più leghista del Mezzogiorno, ma soprattutto un avviso di sfratto perentorio al governatore Luciano D'Alfonso e l'altolà agli alleati: la Lega vuole un ruolo centrale nella scelta del candidato presidente. Fuori dalle liturgie politiche pare di capire che abbia tutta l'intenzione di indicarlo prioritariamente. Si vedrà. Fatto sta che oggi il partito, «dopo quattro anni di silenzio» come ha detto il coordinatore regionale Giuseppe Bellachioma, neoletto in Parlamento, «è passato dal 7 al 17% in 7 mesi» e si sente pienamente in diritto di essere il traino del centrodestra. La conferenza stampa convocata ieri a palazzo Fibbioni ha fatto un po' il paio con quella precedente a Pescara. E' partito con l'analisi Emanuele Imprudente, il coordinatore provinciale aquilano. Definendo il risultato «eccezionale», «il più alto di tutto il centro sud e in linea con molte zone del centro nord», grazie a «una campagna di proposta e non di protesta». Ha ricordato due anni fa, la presenza di Salvini nella stessa sala («Qualcuno ci prese per pazzi») e la bontà dell'attuale progetto, «incentrato sul rispetto dell'uomo e del territorio». Infine ha detto a chiare lettere che «il partito è la forza trainante della coalizione», che «Antonio Martino ha vinto soprattutto perché la Lega ha fatto quello che ha fatto» e che «il passaggio dal 7 al 17% conferma quanto anche l'azione di governo cittadino è apprezzata». Poi ha attaccato D'Alfonso: «La Regione ha necessità di essere governata, la vicenda va chiusa, vada a casa e si torni al voto». Gli ha fatto eco Bellachioma: «Noi non scherziamo, non saremo delle comparse. Il successo delle Politiche non ci basta, la Regione ha bisogno di azioni urgenti, la Lega convocherà un tavolo del centrodestra per identificare il candidato». Luigi D'Eramo, elegantissimo nel completo blu, ha parlato dopo aver partecipato al vertice milanese dei neoletti con Salvini, dopo aver apposto la sua firma sul grande tabellone dei 183 che hanno giurato fedeltà. «Salvini ci ha fatto i complimenti per L'Aquila e l'Abruzzo ha detto il neodeputato Dopo 26 anni c'è un parlamentare cittadino di centrodestra, abbiamo raggiunto l'obiettivo di creare un collegamento con l'amministrazione aquilana, per affrontare i temi legati alla ricostruzione. Non andremo più a Roma con il cappello in mano e non dovremo più aspettare la sottosegretaria dall'Emilia. E' finito il monocolore Pd, ora possiamo verificare e costruire direttamente». Anche D'Eramo ha messo nel mirino la Regione: «Questa provincia sarà decisiva per la vittoria del centrodestra. Abbiamo dato la spallata finale al centrosinistra che ha coperto di vergogna la Regione. D'Alfonso si dimetta domattina e non sfrutti i tecnicismi. E si torni al voto perché l'ente sarebbe retto dal suo vice, Lolli, non candidato e non eletto, come Renzi. Di questa gente abbiamo le scatole piene». Per il momento, ha detto Imprudente, non si aprirà la questione dell'eventuale sostituzione di D'Eramo nella giunta aquilana. Erano presenti anche il coordinatore teramano Piero Fioretti e Luca Casciere per la Marsica. Folta la platea