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Pescara, 24/07/2024
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Data: 11/03/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Di Maio contrattacca «Un insulto escluderci». Il leader del Movimento in un video su Facebook chiede trasparenza e unità. Si muove la Chiesa con la Cei che dice: «Il governo sia al servizio della gente»

ROMA«Un governo senza il M5S sarebbe un clamoroso insulto alla democrazia». Di prima mattina, alla vigilia di un weekend tutto d'attesa, Luigi Di Maio prova ad allargare il suo sentiero per Palazzo Chigi. Lo fa rivolgendosi a tutti i partiti, a cominciare da quel Pd che, nella partita di retroguardia del Movimento, resta la prima opzione per un appoggio esterno a un esecutivo pentastellato. Un'opzione che, nella strategia del M5S, potrebbe rendere più concreta un'eventuale sponda della Chiesa a un governo a guida Di Maio.Ed è proprio la Chiesa, in queste ore, a muoversi per la prima volta dopo il voto. «Al futuro Governo chiediamo »di essere al servizio della gente e di ascoltarla», sono le parole del presidente della Cei, cardinale Angelo Bassetti. Un ragionamento che sarà approfondito durante il consiglio permanente della Cei, il 19 marzo, e del quale Bassetti fornisce un primo concetto: «Chiedo di attuare quello che noi anche nella dottrina sociale della Chiesa chiamiamo il bene comune che è il bene di tutti».Meno neutrali, rispetto al M5S, paiono le parole di monsignor Filippo Santoro, presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro della Cei. «Si è registrato un desiderio di cambiamento, viviamo da anni ormai una disillusione cocente. Nei riguardi di una certa politica, che il popolo ha sentito distante», sono le sue parole: quasi un' «accettazione» del nuovo corso della politica italiana. Del resto, sin dai tempi del dietrofront sulla stepchild adoption, i rapporti tra M5S e Chiesa hanno avuto una certa sostanza. I canali di contatto sono diversi, anche grazie alla sindaca di Roma Virginia Raggi. L'impressione è che, pur non prendendo una posizione netta, di contro il Vaticano sia piuttosto guardingo rispetto ad un esecutivo a guida Lega, complice la politica sui flussi di Salvini. Non sono casuali, ad esempio, le parole di padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica, che, ricordando il «giuramento» da premier del leader leghista (che non cita) oggi fa riferimento a «un tempo in cui con sfacciataggine leader politici fanno comizi elettorali brandendo in mano Vangelo e rosario». Sponde istituzionali, quindi, sono quelle che il M5S, in questi giorni di impasse quasi simmetrico, vede come più amiche. Con il Financial Times che proprio oggi, dedica un profilo ad hoc «a Luigi il Moderato», sottolineandone la virata istituzionale rispetto a Matteo Salvini, che resta invece ancorato ad una linea più intransigente. Il tutto, nell'attesa che, dalla direzione di lunedì, esca fuori un Pd meno renziano e più aperto ad un appoggio esterno. Ipotesi che resta difficilissima e che di certo non vedrebbe il plauso unanime di iscritti e neoeletti. Anche per questo, nel suo video, Di Maio chiede «unità», assicura che da parte sua ci sarà «sempre la massima trasparenza e onestà» e, nel ribadire come il M5S resti «determinante» per la formazione del governo, assicura i suoi elettori che una eventuale convergenza con altre forze sarà solo «sui temi che interessano ai cittadini».Nella strategia di Di Maio sono banditi scambi di poltrone, trattative sulla premiership e c'è massima attenzione a non perdere elettori e, chissà, anche parlamentari. Anche perché, dietro l'angolo, c'è sempre il rischio di uno stop di Beppe Grillo. L'ex comico, oggi, lancia l'archivio dei suoi post dal 2005 alla fine del 2016. «Tutto è iniziato con un post d'impulso. Pensavo di essere solo, invece eravamo milioni», scrive Grillo. E il suo è una sorta di memorandum di viaggio per chi si muoverà nello scacchiere mobile delle alleanze.

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