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Data: 11/03/2018
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Mediaworld in crisi spaventa l'Abruzzo, «Ma l'azienda non dice cosa vuole fare»

CHIETI - Sale la preoccupazione tra i lavoratori dei negozi Mediaworld in Abruzzo per il rischio chiusura.

Dopo lo sciopero dei giorni scorsi in supporto dei colleghi dei punti vendita in chiusura di Grosseto e Milano Centrale, “che ha avuto in Abruzzo un’alta adesione ma anche un comportamento antisindacale da parte dell’azienda”, spiega ad AbruzzoWeb Lucio Cipollini della Filcams-Cgil, “stiamo ancora cercando di capire cosa ha intenzione di fare l’azienda a livello nazionale”.

“Azienda che ci ha comunicato di essere in forte perdita - continua il sindacalista - parliamo di circa 17 milioni di euro, ma che non ci dice nulla sui dati in Abruzzo che, comunque, dovrebbero essere purtroppo negativi per i sette punti vendita che danno lavoro a circa 250-300 persone”.

Cipollini è dunque preoccupato pure per il modus operandi del colosso tedesco, visto che “a Grosseto e Milano Centrale i punti vendita chiuderanno a fine marzo, ma fino ad oggi non c’è stata nessuna procedura di licenziamento per cui servono 70 giorni se si dovesse trovare un accordo”.

“Vorremmo capire cosa intende fare l’azienda per impostare il lavoro che spetta a noi sindacati - prosegue - per questo abbiamo chiesto una convocazione per poterci sedere a Roma in sede ministeriale”.

Dalla Germania, fa notare Cipollini, “l’intenzione è quella di non ripianare le perdite, perciò c’è il rischio che si metta mano a tagli e ulteriori chiusure”.

Su tutto questo pesa ovviamente lo strapotere di giganti della vendita online come Amazon.

“La situazione è grave - ammette il rappresentante Filcams-Cgil - la vendita online toglie effettivamente grosse fette di mercato non soltanto a questo settore, ma Mediaworld ha delle gravi responsabilità sulla vendita via internet, sulla quale è in ritardo di dieci anni. Non si è mai evoluta e questo è un problema che va risolto”.

“Di sicuro in Abruzzo avremo dei guai - conclude Cipollini - ma il tutto va gestito a livello nazionale. Pochi anni fa i licenziamenti ci sono cosa che va gestita a livello nazionale. Una procedura di licenziamento è stata già aperta tre anni fa, in quel caso c’è stato modo di organizzarci per ammortizzatori sociali ed altri strumenti”.

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