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Pescara, 24/07/2024
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Data: 13/03/2018
Testata giornalistica: Il Centro
La Regione blinda 36 funzionari. Via libera a 24 mesi extra di contratto. La Corte dei conti aveva detto no al portavoce di Di Pangrazio

PESCARA Erano stati reclutati nel 2017 attraverso nove avvisi di selezione pubblica, e assunti alla Regione con contratto a tempo determinato che scade il 28 aprile di quest'anno. Ma la Giunta regionale, il due marzo, ha approvato la delibera con la quale getta le basi per la prosecuzione, per altri 24 mesi, del loro rapporto di lavoro. Si tratta di 36 unità di personale assunte per far fronte alle necessità dei vari dipartimenti, dal settore rifiuti a quello che si occupa di fondi europei.La delibera, varata nel corso di una seduta presieduta da Luciano D'Alfonso, alla presenza del vice presidente Giovanni Lolli e degli assessori Silvio Paolucci e Dino Pepe, precede di soli tre giorni la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato la legge di approvazione del rendiconto di esercizio finanziario 2013 della Regione Abruzzo. Un bel problema, se si pensa che anche la Corte dei conti, interpellata in precedenza dagli stessi organismi regionali, aveva chiarito che senza rendiconti non si può procedere all'assunzione di personale. Soltanto lo scorso 19 gennaio, infatti, la sezione regionale di controllo della magistratura contabile aveva detto no all'assunzione di un portavoce, rispondendo a un parere richiesto dal presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio. A sostegno del diniego, i giudici avevano spiegato che l'ente non è in regola con l'approvazione «dei documenti contabili fondamentali indicati dal legislatore, quali il bilancio di previsione, il rendiconto e il bilancio consolidato». Qualche giorno fa è arrivata anche la sentenza della Corte Costituzionale, che ha mosso rilievi sul rendiconto del 2013, anno in cui, bisogna specificare, la Regione era amministrata da una giunta di centrodestra. Una circostanza, la pronuncia della Consulta, che pone un velo di incertezza anche sui contratti a dirigenti e capi dipartimento. La delibera varata lo scorso due marzo muove le mosse dal decreto legislativo sul superamento del precariato nelle pubbliche amministrazioni, che all'articolo 20 prevede la possibilità di prorogare i rapporti di lavoro flessibile, «valorizzando le professionalità da tempo maturate e poste al servizio delle pubbliche amministrazioni». Con quell'atto la Giunta dà mandato alla direzione generale «di effettuare opportune verifiche atte a valutare la possibilità di rinnovo per ulteriori 24 mesi», precisando che la proroga dei contratti «deve avvenire alle stesse condizioni dei contratti originari, in coerenza con la procedura concorsuale espletata».Per quanto riguarda invece lo stop della Consulta, sembrerebbe che la Regione sia in procinto di riproporre la legge ritenuta incostituzionale, modificandola, dopo aver rimodulato le voci bocciate dai giudici di Piazza del Quirinale.

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