Tante idee, ma nessun atto concreto per l’utilizzo del vecchio tracciato della ferrovia Sangritana, da Lanciano a San Vito. La linea non è più attiva da anni, da quando è entrata in esercizio la nuova strada ferrata diretta che, in sette minuti, collega la nuova stazione di via Bergamo di Lanciano con le Ferrovie dello Stato, a San Vito. Ma un accordo non si è trovato sull’uso della vecchia ferrovia, che ormai comincia ad essere sepolta dalle erbacce. L’ultima ipotesi è quella di un filobus, in grado di svolgere un servizio non inquinante di trasporto pubblico tra San-Vito- Lanciano-Castelfrentano. Ne ha parlato, nei giorni scorsi, Camillo D’Alessandro, che da assessore delegato ai trasporti della Regione Abruzzo adesso è passato in Parlamento, per il Pd. Ma si tratta solo di una ipotesi, che va ad aggiungersi alle idee già esistenti, tra cui quella della realizzazione, al posto della ferrovia, di una pista ciclopedonale. Inizialmente, si parlava di smantellare la strada ferrata e di realizzare sul tracciato una strada alternativa alla vecchia provinciale per smaltire il traffico tra Lanciano e il casello autostradale della A-14. Tante riunioni tra Provincia e comuni interessati, ma nessuna decisione concreta, anche per la netta opposizione delle associazioni ambientaliste. A questo punto è spuntato fuori il progetto del tram-treno. «Essendoci già il tracciato con i binari – si diceva – c’è solo da riconvertire il treno in un tram che può attraversare anche la città e mettere a punto fermate e servizi in grado di soddisfare le esigenze dei pendolari, in entrata e in uscita da Lanciano ». Idea non male, ma tra un convegno e l’altro è finita anch’essa nel dimenticatoio. Ma c’è anche chi pensa di ripristinare il vecchio treno, con un ruolo ben preciso: utilizzare la Sangritana come la ferrovia traversale dei “Due Mari”, dall’Adriatico al Tirreno. «Per questo progetto – dice Camillo D’Alessandro – occorre la ricostruzione della tratta Quadri-Castel Di Sangro, dove dalla Sangritana si passa alla rete nazionale. Occorrono 14 milioni di cui 4 figurano già nel masterplam della Regione e 10 verrebbero finanziati dallo Stato. In più, verrebbe trasformata in piazza urbana lo spazio antistante la vecchia stazione, abbattendo anche la barriera di cemento che attualmente delimita via del Mancino». Difficile prevedere come andrà a finire.