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Pescara, 24/11/2024
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Data: 14/03/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Gli assessori Di Matteo e Gerosolimo «Abbiamo sbagliato, ci dimettiamo»

PESCARA La maggioranza si squaglia, decretando di fatto la fine della legislatura regionale proprio mentre c'era chi si arrovellava sui tempi del ritorno alle urne. Il gesto forte arriva dagli assessori Donato Di Matteo e Andrea Gerosolimo. Ieri i due hanno rimesso il loro mandato nelle mani del governatore Luciano D'Alfonso, invitando quest'ultimo a procedere all'azzeramento della Giunta. L'obiettivo è quello di «avviare una nuova fase - scrivono i quasi dimissionari - che possa portarci a comprendere se ha ancora senso andare avanti e, in caso di risposta affermativa, con quali termini e modalità». Come dire: noi ti offriamo ancora un margine di trattativa sulle questioni politiche segnalate (dagli squilibri della sanità, a quelli delle aree interne, dall'utilizzo dei fondi strutturali, alla gestione delle società partecipate) ma si riparte a bocce ferme. Due assessori su sei dimissionari, una terza, Marinella Sclocco, che ha lasciato il Pd per approdare nel partito di Piero Grasso (Leu), ponendosi anche lei sull'Aventino. D'Alfonso con la valigia in mano per andare ad occupare il seggio di Palazzo Madama. Un altro esponente di maggioranza, Mario Olivieri, anche lui eletto nella lista di Abruzzo civico (come Gerosolimo) che sempre ieri ha mandato una nota al veleno contro il Pd di D'Alfonso per commentare il risultato elettorale, parlando di «errori a valanga» commessi in questi anni. A reggere il fortino sono praticamente rimasti in due: il vice presidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli e l'assessore alla Sanità, Silvio Paolucci. Due su sei, visto che secondo alcune interpretazioni delle norme, D'Alfonso potrebbe non essere sostituito da un altro consigliere regionale dopo avere optato per il seggio del Parlamento. L'osservazione che viene fatta è che il presidente della Giunta è stato eletto con un sistema maggioritario, e non proporzionale. Dunque, nessun automatismo per la surroga con il primo dei non eletti, che scatterà invece per il consigliere regionale Camillo D'Alessandro, eletto alla Camera. Alchimie normative a parte, la maggioranza regionale non c'è più. Qualcuno ipotizza addirittura dimissioni in massa nel prossimo consiglio regionale, che potrebbero mandare a casa tutti: maggioranza e opposizione. Di Matteo e Gerosolimo scomodano la riflessione morotea sull'annunciarsi dei tempi nuovi, che avanzano in fretta come non mai, per giustificare il loro affondo: «Abbiamo il dovere morale di riconoscere lo scollamento che si è creato tra noi e la gran parte dei cittadini abruzzesi. Siamo passati dall'altissimo gradimento ricevuto in occasione delle elezioni regionali del 2014, al deludente risultato delle ultime elezioni politiche». Questione nazionale, certo. Ma i due assessori della Giunta D'Alfonso sottolineano anche la perdita di consensi subita dal centrosinistra sul territorio: «Bisogna prendere atto che abbiamo perso la fiducia di 180.000 abruzzesi. Numeri implacabili, che impongono una seria e profonda riflessione su quella che è stata l'azione politica dell'attuale Giunta regionale e della maggioranza che la sostiene». Lo stesso fa Olivieri: «Il gruppo regionale al quale il sottoscritto appartiene, sta ancora aspettando di capire se il Pd ha il coraggio di fare il mea culpa attuando le decisioni opportune, e di riconoscere che i richiami costanti fatti dal sottoscritto e dal suo gruppo regionale erano giusti e puntuali. In caso contrario - avverte l'esponente di maggioranza -, ognuno trarrà le proprie conclusioni e prenderà le decisioni conseguenti.

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