PESCARA Si dicono «pronti a rimettere il mandato», gli assessori regionali Donato Di Matteo e Andrea Gerosolimo, che in una lettera inviata a Luciano D'Alfonso, invitano il presidente ad azzerare la Giunta. L'obiettivo? «Il contestuale avvio di una fase che possa portarci a comprendere se ha ancora senso andare avanti e, in caso di risposta affermativa, con quali termini e modalità». La lettera, diramata nel pomeriggio di ieri, prende le mosse dagli avvenimenti politici di una settimana fa, con le elezioni che hanno sancito una pesante sconfitta del centrosinistra, che rispetto alle regionali del 2014 ha perso una buona fetta di elettorato. «Il 4 marzo ha rappresentato per l'Italia e per l'Abruzzo», scrivono i due assessori a D'Alfonso, appena eletto senatore, «un passaggio fondamentale per le speranze e le aspettative della collettività e tutti noi abbiamo il dovere di ascoltare e di comprendere tutto quello che, attraverso il voto, il popolo ha voluto esprimere». Citando il discorso che il grande statista Aldo Moro tenne nel 1968 davanti al consiglio nazionale della Democrazia cristiana, parlano di "tempi nuovi che avanzano, in fretta come non mai". Tempi di cambiamento, dicono, «che non ci devono spaventare, ma che, al contrario, ci devono dare lo stimolo per aprire nuovi confronti». Gerosolimo e Di Matteo parlano del «dovere morale di riconoscere lo scollamento che si è creato tra noi e la gran parte dei cittadini abruzzesi», ma la sensazione è che già da tempo, almeno dalla fine dell'anno, abbiano in qualche modo preso le distanze. Questo almeno, quanto si evince dalle presenze alle 9 riunioni che la Giunta ha tenuto nel 2018; due per Di Matteo, zero per Gerosolimo. «Bisogna prendere atto», aggiungono, «che abbiamo perso la fiducia di circa 180.000 abruzzesi. Questi numeri implacabili non possono che imporci una seria e profonda riflessione su quella che è stata l'azione politica dell'attuale Giunta regionale e della maggioranza che la sostiene. Pertanto, noi siamo pronti ad assumerci per primi le nostre responsabilità, rimettendo ciascuno nelle tue mani il ruolo di assessore ed invitandoti, contestualmente, a procedere con l'azzeramento della Giunta e con il contestuale avvio di una fase che possa portarci a comprendere se ha ancora senso andare avanti e, in caso di risposta affermativa, con quali termini e modalità».Serafico il commento di D'Alfonso, che non senza un velo di ironia dice di voler consultare il Devoto Oli «per capire dove è scritta la parola dimissioni. Per quanto ne so», afferma, non esiste l'istituto dell'anticipo delle dimissioni. Dovrò far valutare la lettera per capire se si tratta davvero di questo». Una circostanza, assicura, che se confermata non farebbe tuttavia venir meno la maggioranza in Consiglio regionale, alla luce dei nuovi equilibri di coalizione.