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Data: 14/03/2018
Testata giornalistica: Il Centro
I sindacati critici «Crescono solo i contratti a termine». Ma l'assessore Paolucci ribadisce: «Dal nostro arrivo in Regione sono stati recuperati 41mila posti»

PESCARA Una ripresa dell'occupazione, leggera, c'è stata, ma i sindacati non esultano perché, dicono, si tratta prevalentemente di contratti a termine. «Bisogna leggere attentamente i dati Istat», sostiene il segretario generale della Cgil Abruzzo, Sandro Del Fattore, «perché ciò che si evince è che oltre l'83% del lavoro che si crea in Abruzzo è composto da contratti a tempo determinato. In ogni caso si tratta di valori ben lontani dai livelli pre-crisi. Contestualmente si riscontra un calo netto dei contratti a tempo indeterminato». Del Fattore sottolinea la necessità di un piano straordinario per il lavoro rivolto soprattutto ai giovani, e auspica un cambio di rotta nelle politiche economiche e per l'occupazione. I dati, secondo Del Fattore, «dimostrano, se ancora c'è bisogno di dirlo, il fallimento del Jobs Act: terminati gli incentivi crollano i contratti di lavoro a tempo indeterminato. Si dimostra, inoltre che la ripresa di cui si parla è una ripresa molto fragile, che produce prevalentemente occupazione e lavoro precario, di scarsa qualità e con scarse prospettive. Invece di continuare sulla strada degli incentivi a pioggia», conclude Del Fattore, «bisognerebbe indirizzare le risorse verso un piano straordinario per il lavoro, rivolto in particolare ai giovani e incentrato su energie rinnovabili, tutela del territorio, patrimonio ambientale e culturale, ricerca e formazione. I 18 miliardi di euro del Jobs Act potevano essere utilizzati per altro, e magari proprio per un piano di questo tipo». Sulla stessa lunghezza d'onda anche Leo Malandra, segretario generale Cisl Abruzzo-Molise. «Purtroppo», dice, «continua a trattarsi di un'occupazione che non è di qualità e non è stabile. Anzi, per il secondo anno consecutivo il contratto stabile rallenta ulteriormente e non crea posti di lavoro aggiuntivi. Il tempo indeterminato si inaridisce in Abruzzo più che in altre regioni per mancanza di incentivi: scendono le assunzioni e le cessazioni, rallentano anche le trasformazioni dei contratti a termine e di apprendistato in nuovi contratti stabili. Questo problema del lavoro precario, unito a quello della disoccupazione giovanile e femminile, è il vero nodo che la classe politica deve affrontare concretamente con azioni mirate ed urgenti. L'Abruzzo è la regione che ha pagato di più la fine degli incentivi legati al jobs act». Decisamente più ottimista l'assessore regionale al bilancio, Silvio Paolucci.«Il numero degli occupati in Abruzzo nell'ultimo trimestre del 2017 resta sopra la soglia delle 500.000 unità. Un dato ragguardevole», dice, «se si pensa che nello stesso periodo del 2016 eravamo a quota 482.000 e al momento dell'insediamento della Giunta D'Alfonso, nel giugno 2014, gli occupati erano 459.000. Dunque, dal nostro arrivo alla guida della Regione sono stati recuperati oltre 41.000 posti di lavoro». Anche sul fronte della disoccupazione, per Paolucci, i dati sono confortanti: le 67.000 persone in cerca di lavoro nel quarto trimestre 2017 sono inferiori di 6.000 unità rispetto alle 73.000 dello stesso periodo del 2016.«Restiamo all'interno di un trend positivo», afferma, «che ci vede in forte recupero sia rispetto al quarto trimestre del 2016 sia a confronto dei numeri che si registravano alla data del nostro insediamento, nel giugno 2014. Tutto ciò assume ancor più valore se si pensa che i primi due trimestri del 2017 hanno risentito del sisma e del maltempo verificatisi nel gennaio dell'anno scorso, con notevoli ricadute sui dati occupazionali ed economici. Un motivo in più», conclude, « per far sì che quest'ultima parte di consiliatura veda un ulteriore incremento dell'occupazione anche grazie agli oltre 600 milioni stanziati dal Governo per l'Abruzzo nei primi due mesi del 2018».

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