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Pescara, 24/07/2024
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Data: 15/03/2018
Testata giornalistica: Prima da Noi
A24-A25, l’aumento del pedaggio record c’è stato, lo sconto promesso è una bugia. Isituzioni bugiarde e inerti. E tutti tacciono (compresi sindaci e pendolari beffati)

ABRUZZO. Nessuno sconto è mai partito ed è mai stato codificato con un decreto. Solo tante promesse pre-elettorali, conferenze stampa e dichiarazioni in pompa magna per sedare un inizio di rivolta (dal sapore strumentale e mediatica).

A quasi 4 mesi dall’aumento dei pedaggi del 12,89% di Strada dei Parchi, concessionaria delle autostrade A24 e A25, si registra solo la solita inerzia istituzionale e promesse non mantenute su un presunto sconto del 20%, da coprire, tra l’altro, con soldi pubblici.

Si registra altresì un silenzio totale da parte di tutte le componenti in gioco, compresi sindacati, associazioni e pendolari.

A quasi quattro mesi dagli aumenti sono tutti contenti?

Delrio aveva promesso «a giorni» il decreto per far pagare a tutti noi una parte dello sconto per i pendolari. Era il 9 gennaio e nemmeno quello è stato fatto.

Quello stesso giorno, dopo azioni mediatiche eclatanti dei sindaci di Abruzzo e Lazio, il ministro Graziano Delrio ed i presidenti di Regione Luciano D’Alfonso e Zingaretti hanno calmato le acque con una conferenza stampa e diffondendo parole impegnative: «abbiamo tutti chiaro che gli incrementi, comunque autorizzati su base di sentenze giudiziarie, vanno calmierati – ha detto il Ministro Delrio – Per questo abbiamo deciso di mettere a disposizione risorse per consentire gli sconti ai pendolari fino al 20% sulle due autostrade».

E’ stato detto da Delrio che un primo strumento sarebbe stato proposto alla Concessionaria e riguardava l’applicazione dello sconto per pendolari con Telepass fino a un massimo del 20%, «grazie alla disponibilità del Ministero e delle Regioni Lazio e Abruzzo a coprire il mancato introito».

Ma quando sarebbe partito?

«Sarà attivo nei prossimi giorni, non appena saranno messi a punto nuovi criteri che rendano più efficace la misura per i pendolari, rispetto a quanto avvenuto negli anni passati».

Da quel 9 gennaio non è successo più nulla e nessuno ha mai nemmeno affrontato più l’argomento nè il ministero ha avviato un tavolo per coordinare e rendere operativo lo sconto (sebbene gravante sulle casse pubbliche).


Sempre lo stesso 9 gennaio 2018 il Ministro e i Presidenti Zingaretti e D’Alfonso hanno ricevuto la delegazione di Sindaci e Consiglieri regionali, che hanno consegnato la petizione dei Sindaci delle zone rappresentate.

A quasi quattro mesi tutti beffati e contenti.

ERRORI SU ERRORI, BEFFE SU BEFFE

Si ricorda brevemente che l’aumento da record del 12,89% è stato stabilito dai giudici del Consiglio di Stato che hanno accolto il ricorso di Strada dei Parchi. La concessionaria contestava la violazione del contratto siglato con il ministero dei trasporti da parte del ministero stesso poichè a causa del terremoto aveva sospeso gli aumenti previsti annualmente dal piano economico e finanziario (quello stesso piano di Strada dei Parchi che aveva vinto un bando europeo del 2001).

Dunque non solo il governo di allora (Berlusconi) approvò aumenti costanti e annuali nei 30 anni di concessione per gli utenti abruzzesi ma l’aumento del 2018 è chiaro effetto di un errore del ministero che di fatto ha violato gli accordi. Alla fine dei conti invece di un aumento tra il 3 ed il 5% si è avuto un incremento del triplo.

Strada dei Parchi ha sempre ribadito di essere pronta ad affrontare il tema delle tariffe in una logica strutturale. Tanto da aver avanzato diverse proposte di Piano Economico Finanziario capaci di tenere sotto controllo proprio l'incremento tariffario, proposte che finora non hanno incontrato il favore del ministero.

Per quanto riguarda gli aumenti la posizione del concessionario è stata rigida nel negare qualunque sconto che gravasse sulle proprie casse ma si è detta disposta a dialogare.

A latere di questo discorso langue anche la più urgente questione delle opere di consolidamento dei viadotti, opere che dovrebbero essere inserite nel nuovo piano finanziario da approvare (tempi lunghi previsti, nel frattempo incrociamo le dita).

IL SILENZIO DEI CONDUCENTI

Ritornando allo sconto mancato come si deve interpretare il silenzio dei sindaci?

Quegli stessi che si sono incatenati al casello e poi si sono tutti improvvisamente distratti (le elezioni hanno dato una bella mano alla deconcentrazione...)

«L'aumento scellerato dei pedaggi», tuonavano a inizio gennaio, «penalizza non solo il turismo in territori ricchi di attrattive, ma soprattutto i pendolari per motivi di lavoro, universitari, scolastici e sanitari».

Il sindaco di Tagliacozzo, Vincenzo Giovagnorio, voce delle aree interne abruzzesi, insieme al sindaco di Vicovaro, Fiorenzo De Simone, di Carsoli, Velia Nazzaro, tuonarono «si tratta di un aumento criminale, avrà ripercussioni su oltre 100mila cittadini».

In silenzio anche il sindaco di Aielli (L'Aquila), Enzo Di Natale, che aveva lanciato una raccolta firme online con oltre 100mila firme.

Non sono previste manifestazioni di protesta nè prossimi incatenamenti sotto il Ministero o la Regione Abruzzo o Lazio per le fandonie istituzionali propalate.

Incredibilmente anche i pendolari e gli utenti sono rimasti silenti forse acquietati e imboniti dalle promesse elettorali così nette.

E che cosa dicono oggi le organizzazioni di categoria che tanto avevano protestato e parlando addirittura di “cataclisma” per l’economia dell’abruzzo?

Da quasi quattro mesi sono in silenzio sull’argomento.

Annunciarono di transitare sulle statali disertando l’autostrada.

Altra dichiarazione falsa col sospetto di essere strumentale, altrimenti in questi mesi avrebbero fatto qualcosa per ottenere quanto a loro promesso.

O forse, i problemi, una volta scomparsi dai giornali, si possono considerare risolti ed il pedaggio che sembrava insostenibile a gennaio non fa più paura a marzo.

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