ROMA L'immagine di un centrodestra unito che Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno cercato di dare martedì sera con il vertice a palazzo Grazioli non dura nemmeno 24 ore. Nelle stesse ore in cui il leader della Lega conferma di guardare al Movimento Cinque Stelle come interlocutore principale, il Cavaliere riunisce i parlamentari per chiudere ad ogni ipotesi di intesa con i pentastellati: «Apro la porta per cacciarli», dice l'ex premier smentendo le voci in merito ad una sua disponibilità ad un esecutivo con i grillini. Poche parole che evidenziano la divergenza di linea all'interno della coalizione. Davanti agli azzurri l'ex capo del governo ostenta tranquillità sulla compattezza del centrodestra ma è evidente che il suo progetto non è lo stesso di Salvini. L'obiettivo principale per Berlusconi è quello di evitare le urne, «dobbiamo scongiurarle a tutti i costi», è la premessa del lungo intervento nella sala della Regina a Montecitorio. E l'unica strada è quella di tentare un governo a tutti i costi, un esecutivo che ha nel Pd il suo principale interlocutore ma che non disdegna un eventuale sostegno da parte dei singoli grillini: Ognuno di voi convinca un parlamentare M5s a sostenerci, è la richiesta avanzata dal capo di Forza Italia ai suoi. Un'operazione che richiede tempi lunghi e che Berlusconi non ha nessuna fretta di accelerare con la speranza di poter convincere anche gli alleati a cambiare posizione. Salvini e Meloni infatti non hanno nessuna intenzione di aprire ad un'intesa con i Dem. La preoccupazione in sala però è evidente soprattutto nei conciliabili post riunione emerge la consapevolezza che i piani di Salvini siano altri: «ormai il dialogo con i Cinque Stelle è avanzato - è il ragionamento - e noi rischiamo di essere marginali». Già perchè è proprio il futuro che preoccupa la pattuglia azzurra in particolare chi è eletto al Nord dove il peso del Carroccio è nettamente superiore a quello di Fi. Un dato che Berlusconi non nasconde . Ora però l'obiettivo del leader azzurro è quello di uscire dall'angolo sfruttando il fattore tempo con la convinzione in realtà che il leader della Lega più che un esecutivo con i pentastellati voglia ritornare alle urne. A temerlo sono gli azzurri convinti che con un nuovo voto la Lega possa consolidare il suo vantaggio e di fatto terminare l'opa su Forza Italia. Una preoccupazione che conoscono bene anche a Grazioli tanto che il leader di Forza Italia ha fatto sapere ai suoi parlamentari che uno dei punti discussi con Salvini e Meloni è proprio evitare il cambio di casacca da Forza Italia alla Lega.