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Pescara, 24/07/2024
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Data: 16/03/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Licenziati e senza paga rivolta in Comune dei lavoratori ex Attiva

Consiglio comunale interrotto, intervento della Digos e dei vigili urbani. Tensione al limite del contatto fisico ieri mattina in Comune: da una parte un gruppo di dipendenti estromessi il primo marzo da Attiva dopo aver perso in appello la causa per la quale erano stati riassunti in primo grado; dall'altra l'amministratore unico di Attiva, Massimo Papa, e il direttore generale Massimo Del Bianco. L'aula si è ritrovata a fronteggiare una vicenda della quale era all'oscuro, cosa che ha determinato stupore e recriminazioni, e che diventa caso politico, essendo Attiva società partecipata del Comune. Oggetto del contendere: la sospensione degli stipendi, che Attiva ha applicato per recuperare le migliaia di euro che i dipendenti devono restituire in funzione della causa persa. Il faccia a faccia - tra tavoli sollevati e parole grosse - si è risolto con il pagamento della mensilità di febbraio, dopo una provvidenziale telefonata al sindaco fuori città: «Decisione unanime - ha detto il presidente del consiglio comunale Francesco Pagnanelli - per andare incontro ai lavoratori». I quali hanno già detto che non basta: «Si divertono a piegare la povera gente - uno dei commenti -. Per oggi va bene, ma lunedì torniamo». «Siamo disponibili alla risoluzione - così il direttore generale di Attiva, Massimo Del Bianco -. C'è un malinteso di fondo: abbiamo inviato ai legali dei lavoratori una proposta di mediazione ma non abbiamo ancora avuto risposta».
SCONTRO SUL RICORSO
La proposta si riassume in una richiesta ai lavoratori di non ricorrere in Cassazione in cambio di uno sconto sui soldi che dovranno restituire ad Attiva. Spiega lo stesso Del Bianco: «I lavoratori sono passati da interinali a dipendenti ma poi, con termine giuridico, sono stati dichiarati decaduti in appello. Hanno perso la causa, di fatto. Quattordici persone, ognuna con un debito nei confronti di Attiva fra i seimila e i settemila euro a testa, derivanti dalle prime disposizioni. «Sono soldi pubblici che dobbiamo riavere, non possiamo regalarli» ha concluso Del Bianco.
A infiammare gli animi anche la lettura delle graduatorie di assunzione. Alcuni ex lavoratori non hanno partecipato alle procedure, altri non avevano requisiti, gli idonei lamentano di essere stati scavalcati già prima della sentenza d'appello. «Se fosse stato confermato il primo grado - chiosa Del Bianco - avremmo mandato i nuovi in ferie. Non potevamo aspettare, rischiando di rimanere senza dipendenti e avere la città invasa dall'immondizia. In ogni caso otto lavoratori sono rientrati in graduatoria e verranno richiamati a breve». I dipendenti ci vedono però una discriminazione: «Siamo noi a patire del salto fatto fare agli altri». Rimane la questione politica, con toni forti. Dice il capogruppo di Forza Italia, Marcello Antonelli: «E' venuta meno la fiducia, Papa se ne deve andare».

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