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Pescara, 24/07/2024
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Data: 16/03/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Attiva, sfiorata la rissa con i lavoratori licenziati. In 18 entrano nell'aula consiliare con mogli e figli: «Vogliamo i soldi di febbraio»

PESCARA Pugni sui tavoli, sedie rovesciate, minacce, parole pesanti e un corpo a corpo sfiorato con i vertici di Attiva. A quell'ultimo stipendio di 1800 euro, dopo il licenziamento avvenuto quindici giorni fa per effetto di una sentenza della Corte d'appello dell'Aquila, non potevano rinunciare.Così, ieri in tarda mattinata, dopo aver scoperto il conto in rosso in banca, 18 ex dipendenti dell'Industria del Riciclo, con mogli e figli piccoli al seguito, sono piombati nell'aula consiliare, decisi a ottenere la paga di febbraio.«Non ce ne andremo di qui finché non vedremo gli assegni», hanno tuonato gli operatori ecologici arrabbiati e disperati. Una protesta che si è svolta in un clima incandescente, con le mogli degli operai che urlavano «Ci avete lasciato in mezzo alla strada, dateci i soldi». Tra la folla, a vigilare, cinque agenti della Digos in borghese e della polizia muncipale. La seduta del consiglio comunale, presieduta da Francesco Pagnanelli, è stata immediatamente interrotta. Contattati il direttore generale Massimo Del Bianco e l'amministratore unico Massimo Papa, i vertici di Attiva si sono precipitati in Comune e hanno avviato le trattative con i lavoratori, portate avanti dalle 10,30 alle 13, insieme a tanti rappresentanti delle forze politiche presenti.Nella sala De Cecco dove si è svolto l'incontro tra la delegazione dei lavoratori (gli stessi che hanno trascorso mesi sotto le tende in piazza Italia per rivendicare i loro diritti) e dirigenti di Attiva, separati da un lungo tavolo, c'erano il vice sindaco Antonio Blasioli, Piernicola Teodoro, Massimiliano Pignoli, Paola Marchegiani, Simona Di Carlo, Marcello Antonelli, Vincenzo D'Incecco, Guerino Testa, il direttore generale del Comune Pierluigi Caputi, il dirigente del Settore Personale del Comune di Pescara Fabio Zuccarini, e altri componenti della Giunta. Il sindaco Marco Alessandrini (impegnato a Roma all'assemblea dell'Anci) ha seguito gli eventi telefonicamente e , a fine mattinata, ha dato il via libera al pagamento integrale delle spettanze, complessivamente oltre 32mila euro. «Soldi a cui i lavoratori hanno diritto perché hanno maturato la mensilità. Se fossimo venuti prima a conoscenza del problema, di cui eravamo all'oscuro, avremmo potuto evitare tutto questo. Prepareremo per lunedì un ordine del giorno con cui confermeremo il pagamento delle somme spettanti», ha spiegato Pagnanelli, mediatore della trattativa rivendicata anche dagli esponenti di Forza Italia, Fratelli d'Italia, Pescara Futura che hanno chiesto le dimissioni di Papa. In un primo momento era emersa la proposta dell'azienda municipalizzata di erogare la metà degli stipendi a ciascun lavoratore. Ma la proposta non è piaciuta ai disoccupati che dal 1° marzo si sono ritrovati da un giorno all'altro senza lavoro. E oltre al licenziamento sono stati condannati anche al risarcimento e al pagamento delle spese legali per oltre 6000 euro ciascuno per un totale di 100mila euro che l'azienda ha annunciato di dover recuperare, almeno parzialmente, attraverso uno specifico procedimento. La moglie di uno degli operai, Alessandra, ha ricordato una Pasqua trascorsa con la figlia di 2 anni sotto le tende. Un'altra ha raccontato come il figlio tredicenne sia rimasto traumatizzato da questa storia di disperazione di tante famiglie. «In casa l'atmosfera è tragica», le fa eco una madre che cullava due dei suoi tre figli, di 1, 9 e 14 anni. Pierluigi Mincone, 44 anni, di Manoppello, deve avere due stipendi e non è inserito nelle graduatorie con la possibilità di essere ripescato. Alle 12 gli animi si sono surriscaldati. I lavoratori e le famiglie hanno fatto irruzione in sala. Sono volate minacce («Sappiamo dove trovarvi») all'indirizzo dei vertici di Attiva, hanno battuto i pugni sul tavolo, rivoltato sedie e si è sfiorata l'aggressione fisica. Tanta paura e spavento tra i presenti. Le forze dell'ordine sono intervenute per riportare la calma. Papa e Del Bianco, visibilmente scossi, hanno commentato: «Siamo lacerati, comprendiamo le loro difficoltà, ma siamo obbligati a rispettare una sentenza altrimenti saremo penalizzati da obblighi erariali».All'una, dopo un'altra camera di consiglio a porte chiuse, è arrivato il via libera del sindaco: assegni e bonifici pagati in giornata. La stretta di mano tra Manolo da Silva, uno degli operai, e Pagnanelli ha messo fine alla protesta degli ex spazzini di Attiva.

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