Un ok con vincoli particolarmente rigidi e tempi che, inevitabilmente, finiranno per allungarsi ancora di più. La procura di Roma ha inviato un parere «interlocutorio» sul concordato Atac. Dunque, la municipalizzata dei trasporti dovrà spiegare come intende dare seguito alle condizioni imposte della procura di Roma e se gli aggiustamenti non dovessero convincere il procuratore aggiunto ai reati finanziari Rodolfo Sabelli e i due pm, Giorgio Orano e Stefano Fava, la strada del risanamento senza azzeramento dei conti diventerebbe ripidissima, perché solo a quel punto, dopo questa seconda verifica, il progetto potrà effettivamente partire.
IL COMUNICATO
Vista la delicatezza della situazione, la procura ha diffuso una nota in cui specifica che il parere dato per questa prima fase ha «natura interlocutoria» e non può essere considerato alla stregua di un sì. Un messaggio dalla chiara valenza tattica, visto che nella nota si specifica anche che non è detto che sia necessaria una nuova interlocuzione con piazzale Clodio. I magistrati saranno presenti, dice il testo, «nel prosieguo della procedura e in tale veste provvederanno, ove necessario, a esprimere le ulteriori valutazioni».
I PUNTI DA CAMBIARE
Due, in particolare, le prescrizioni a cui dovrà sottoporsi Atac. La prima riguarda il valore degli immobili di proprietà dell'azienda che saranno messi sul mercato: secondo la procura, magazzini, depositi, terreni ed interi edifici, una volta offerti al migliore acquirente possono valere molto di più di quanto calcolato dai consulenti dell'azienda. L'altro punto, indubbiamente quello dalle più rilevanti conseguenze sulla stabilità finanziaria dell'amministrazione capitolina, riguarda il debito di 493 milioni di euro nei confronti del Comune di Roma: dovrà essere «postergato», cioè saldato in coda agli altri. Il Campidoglio sarà pagato per ultimo, perché come azionista unico, partecipava ai rischi di impresa. Il buco di bilancio nei confronti dell'Amministrazione è stato provocato dai mancati versamenti al Comune dei soldi che la Regione ha anticipato a Tpl, sebbene il Campidoglio sia al contempo debitore per 87milioni e 360mila euro. Nel complesso, Atac punta a pagare interamente i creditori privilegiati e alcune classi creditorie, tra le quali le banche, e a saldare il credito chirografaro al 31%, più un ulteriore 30% emettendo bond, ovvero utilizzando strumenti finanziari partecipativi», come si legge nella proposta di concordato
LE INDAGINI PENALI
Se la valutazione del concordato è dunque di fatto conclusa, salvo l'attuazione dei paletti fissati dalla procura, tutto da verificare è il piano penale di quanto accaduto nella municipalizzata nel corso degli anni. La procura ha deciso di avviare nuove indagini, ora, dopo la conclusione dell'analisi contabile. Gli stessi vertici di Atac, del resto, scrivono nel piano che potrebbero agire in giudizio nei confronti degli ex manager: «Al riguardo la Società - si legge nel documento- ad ulteriore dimostrazione della discontinuità rispetto alle gestioni passate, ha acquisito un parere legale per la mappatura delle fattispecie di responsabilità potenzialmente rilevanti e delle relative iniziative esperibili». Indagini penali sono state avviate anche sui rapporti tra Atac e i vertici di Bnl, dopo l'inchiesta che ha portato alla sospensione del manager Giuseppe Pignataro, da parte della procura di Bari. Nelle intercettazioni, il funzionario contatta anche gli advisor di Atac dando indicazioni su cosa scrivere nei documenti collegati alla proposta di concordato.