Iscriviti OnLine
 

Pescara, 24/11/2024
Visitatore n. 740.939



Data: 18/03/2018
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Landini, «E adesso via jobs act e Fornero». Il segretario confederale della Cgil «Stop delocalizzazioni 'stile' Honeywell»

L'AQUILA - “Siamo vittime di un liberismo senza freni, ma si sapeva, si sa da vent'anni fatti di delocalizzazioni, di precarietà sempre più diffusa. Adesso serve una svolta, a cominciare da una legislazione che non abbiamo e che deve difendere il lavoro. Il caso della Honeywell in Abruzzo non può più essere un 'classico', è ora di porre un freno a questo disastro”.

È passato in Molise Maurizio Landini, segretario confederale della Cgil, per un'iniziativa promossa dalla Cgil Abruzzo-Molise per fare il punto su aree di crisi e prospettive di sviluppo regionali.

Due regioni, di fatto, l'Abruzzo e il Molise, che appartengono al Mezzogiorno della disoccupazione e della desertificazione dei territori soprattutto interni.

In una regione che per larghi tratti sembra 'gemella' dell'Abruzzo in fase di fortissima deindustrializzazione, con, ultimo in ordine di tempo, il caso della delocalizzazione della Honeywell da (Atessa) in Slovacchia, stessa nazione dove la Embraco si sposta dal non più ricchissimo nord, Riva di Chieri (Torino), quasi mille lavoratori in tutto.

Anche se negli ultimi giorni sembra essersi aperto qualche piccolo spiraglio per gli abruzzesi, con l'imprenditore, locale, Gilberto Candeloro interessato a rilevare l'azienda.

Landini comincia l'intervista ad AbruzzoWeb rispondendo a una domanda 'figlia' di una considerazione fatta a questo giornale dll'aqiuilana Stefania Pezzopane, del Partito democratico, fresca di elezione alla Camera, secondo cui in Abruzzo “Non c'è stato nessun licenziamento a causa del Jobs act”.

“Mi limito a osservare che che se non lo hanno ancora capito, non so cosa debba succedere al Pd, dopo aver perso tutti quei voti alle ultime elezioni, per capire che le politiche che hanno messo in campo sono sbagliate - commenta Landini - Ormai è sotto gli occhi di tutti. Col Jobs act è aumentata la precarietà col Jobs Act, sono aumentati i contratti a termine e il lavoro interinale. E col Jobs act si sono anche ridotti gli ammortizzatori sociali, per cui a un'impresa costa meno licenziare che utilizzarli”.

“E il problema degli ammortizzatori sociali e della tutela del reddito universale dovrebbe interessare al Paese, fatto di milioni di persone sulla soglia di povertà”, continua l'ex Fiom.

“Insomma, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire”, ironizza poi.

“Se si guardano i dati economici della Banca d'Italia e dell'Istat - dice ancora Landini - scopre che sono di più le imprese italiane che hanno investito all'estero rispetto addirittura alle multinazionali andate via dall'Italia. Svegliarsi adesso per i casi Honeywell ed Embraco, per le delocalizzazioni in questi casi in Slovacchia, ma comunque all'estero, mi sembra tardivo”.

Secondo Landini, su questo tema non è possibile evitare le delocalizzazione, “ma penso che sarebbe necessario avere una legislazione che non abbiamo. Ad esempio, serve una legge che imponga all'azienda che decide di delocalizzare di restituire i soldi pubblici che ha preso in qualsiasi forma”.

E inoltre, “chi delocalizza deve avere la responsabilità della riouccupazione dei lavoratori. Dunque, costituire un fondo nazionale con soldi pubblici ma che sia alimentato anche da una parte dei profitti delle imprese e delle multinazionali a cominciare da quelle che ricevono soldi pubblici”.

Ma senza un intervento a livello europeo, “la follia non si ferma. Qui c'è chi se ne va in un altro Paese per prendere soldi pubblici dopo aver lasciato un Paese nel quale si sono presi soldi pubblici, non è possibile continuare così. L'idea che il mercato e la libertà dei capitali senza vincoli potessero risolvere i problemi è sbagliata. Allora, va ricostruita un'Europa sociale, con un sistema fiscale comune e con regoli comuni. E in Italia è tempo di cominciare a togliere Jobs act e riforma Fornero.”.

Sul pericolo ormai certo della tecnologia che ha già cominciato a distruggere posti di lavoro in tutto il mondo, Landini pensa che “non è la tecnologia in sé che fa sparire i posti, ma l'uso che se ne fa e chi lo decide. Quindi occorre un controllo democratico dell'uso della tecnologia”.

“In Europa, intanto, la socialdemocrazia e l'ida di sinistra sono in crisi perché è prevalso il pensiero unico liberista - conclude - e da noi questa situazione spiega il successo in Italia con l'exploit del Movimento 5 stelle. Ma solo chi non viveva in mezzo alla gente può dirsi sorpreso del voto. In ogni caso, trovo singolare che tutte le forze politiche facciano finta di non sapere che siamo tornati a un sistema proporzionale, visto che non ha vinto nessuno e non si sa cosa accadrà”.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it