PESCARA Potrebbe essere il piccolo Abruzzo a giocare un ruolo fondamentale nel grande passo dell’uomo verso il futuro: la produzione di energia pulita ricavata dalla fusione nucleare, lo stesso meccanismo che alimenta le stelle e che la scienza punta a utilizzare per sostituire i combustibili fossili con energia rinnovabile, sicura, inesauribile. Addio all’oro nero, ai pozzi petroliferi, alle trivelle in mare.Un sogno che potrebbe concretizzarsi presto se si riuscisse a superare la concorrenza di altre nove regioni candidate al progetto europeo Dtt (Divertor Tokamak Test facility) dell’Enea. E l’attesa, come ha spiegato ieri il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, potrebbe durare poco. Entro il 10 aprile l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile, farà conoscere la sua decisione su quale delle regioni che hanno partecipato al bando dello scorso gennaio ospiterà la macchina sperimentale per la fusione nucleare. Un consorzio mondiale ha scommesso moltissimo sul progetto Dtt, mettendo sul tavolo 500milioni di investimenti e 1.500 posti di lavoro. L’Abruzzo ha partecipato a questa corsa stellare offrendo come sito l’Interporto di Manoppello, il nodo intermodale per lo scambio delle merci rimasto sottoutilizzato nonostante il fiume di soldi spesi negli ultimi 25 anni: 14milioni di euro solo nel 2014 per realizzare il nuovo casello tra Pescara e Chieti e i collegamenti con la viabilità ordinaria. Da cattedrale nel deserto a eccellenza della ricerca scientifica. D’Alfonso ci crede: «Su questo progetto siamo in competizione con altre regioni. Veneto, Emilia Romagna e Toscana ci stanno scommettendo molto, ma siamo convinti di poter vincere questa competizione per una serie di circostanze favorevoli ». Tra queste D’Alfonso cita la vicinanza del sito di Manoppello ai centri di produzione di Finmeccanica, all’Università, alle autostrade. L’istruttoria è in corso. L’attuale vuoto istituzionale, legato alla formazione del nuovo Governo, potrebbe indebolire il peso “politico” delle grandi regioni concorrenti e favorire proprio l’Abruzzo. Ma se ne saprà di più soltanto dopo Pasqua. Intanto l’Enea informa che il Dtt sarà un polo scientifico-tecnologici tra i più avanzati al mondo per la ricerca sulla fusione nucleare. Un progetto che nasce come anello di collegamento tra i grandi progetti di fusione nucleare: Iter, il reattore a fusione in costruzione in Francia e Demo, il reattore che dopo il 2050 sarà chiamato a produrre energia elettrica da fusione nucleare. Sempre Enea ricorda gli importanti passi avanti già fatti dalla ricerca sulla fusione, con il coinvolgimento di circa 500 imprese italiane, tra cui l’abruzzese Walter Tosto, che si sono aggiudicate gare per quasi un miliardo di euro, circa il 60% del valore delle commesse europee per la produzione della componentistica ad alta tecnologia. «Abbiamo attivato la candidatura dell’Abruzzo per questa importante iniziativa di ricerca nel campo dell’energia pulita - ha spiegato ancora D’Alfonso - sapendo che il gestore del bando è l’Enea e che c’è un consorzio di Paesi a livello mondiale che finanzia 500milioni di investimento con 1.500 posti di lavoro. Siamo convinti che l’istruttoria sia molto avanzata. Ci piacerebbe essere una regione leader su questo fronte». L’altra buona notizia è che l’Interporto di Manoppello, progettato alla fine degli anni 80, iniziato a costruire negli anni 90 e completato solo nel 2013 (circa 160milioni di investimenti, tra pubblici e privati), tornerebbe ad essere protagonista con i suoi impianti distribuiti su un’area di oltre un milione di metri quadri. Il suo futuro è legato allo sviluppo del trasporto merci e delle nuove infrastrutture.