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Pescara, 24/07/2024
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Data: 18/03/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Termofusione nucleare all'interporto. Progetto Enea, così il Veneto cerca di battere l'Abruzzo. Manoppello, in ballo ci sono 500 milioni e 1.600 posti di lavoro. D'Alfonso: «Vinciamo noi». Ma la commissione degli esperti ha già fatto il sopralluogo nel sito di Porto Marghera

PESCARA Il Veneto vuole assicurarsi il progetto Enea di termofusione nucleare e accoglie, prima delle altre sette regioni in corsa, la commissione di esperti che sta per decidendo la vincitrice. Si è fatta ardua la sfida per l'Abruzzo candidato ad ospitare la Divertor Tokamak Test facility (Dtt) di Enea, il più grande polo nazionale di ricerca sulla fusione termonucleare che prevede investimenti per 500 milioni di euro e 1.600 posti di lavoro.IL SITO C'E'. La Regione Abruzzo, come anticipato tre giorni fa dal Centro, si è candidata per ospitare l'impianto nell'Interporto di Manoppello dotato di un immobile di 5.800 metri quadrati e una superficie di oltre 36mila metri peraltro ampliabile. La presentazione ufficiale della candidatura è stata fatta ieri a Pescara. «Quello dell'Interporto è il migliore sito e siamo convinti di poter vincere questa sfida», ha dichiarato il governatore-senatore Luciano D'Alfonso, affiancato nella illustrazione del progetto dalle giovani ingegnere Stefania Sciarra ed Evelina D'Avolio che ne hanno curato le pratiche per la manifestazione di interesse. La fase della valutazione da parte di una commissione presieduta dall'ingegnere nucleare Alessandro Ortis si è conclusa venerdì. La scelta sarà fatta entro il 10 aprile.LE RIVALI. «So», ha aggiunto D'Alfonso, «che Veneto, Emilia Romagna e Toscana ci stanno scommettendo molto, ma abbiamo motivo di ritenere di potercela fare». Le carte che l'Abruzzo può giocarsi, vale la pena ricordarlo, sono la logistica dei trasporti avvantaggiata dalla presenza di un casello dedicato dell'A25 e dalla vicinanza con l'aeroporto, la disponibilità dell'energia elettrica necessaria al funzionamento del Tokamak una volta realizzato, la disponibilità immediata dell'area, il forte interesse dell'Università e la vicinanza a centri di produzione di eccellenza di Finmeccanica. A competere con l'Interporto ci sono Porto Marghera per il Veneto, il Piemonte con Casale Monferrato, la Liguria con La Spezia e un altro sito, Emilia Romagna e Toscana con il Centro Enea del Brasimone, il Lazio con il Centro Enea di Frascati dove è già avviata la ricerca sulla fusione nucleare calda, e la Campania che deve scegliere il sito.POSTI E RICERCA. La valenza industriale per il Dtt è altissima: ci sono almeno 500 imprese con Ansaldo in testa interessate allo studio e alla produzione della componentistica avanzata necessaria per gestire il controllo dell'anello di plasma a temperature superiori ai 100 milioni di gradi che rappresenterà il cuore dell'esperimento. Importante è anche il risvolto occupazionale oltre a quello della ricerca che ha valenza mondiale perché l'esperimento, ritenuto interlocutorio, darà informazioni decisive sulla tenuta dei materiali che verranno usati nel test vero e proprio di produzione di energia elettrica da fusione nucleare pulita del deuterio, isotopo dell'idrogeno, come fonte alternativa al petrolio. SONO AVANTI. La sola costruzione del reattore sperimentale (alto 10 metri per 5 di diametro) richiederà 7 anni, mentre la sperimentazione potrebbe durare vent'anni per giungere a una fonte di energia praticamente inesauribile come quella del sole. Ma il 12 marzo una delegazione dell'Enea si è presentata a Venezia per valutare la candidatura di Porto Marghera. L'incontro a Palazzo Balbi ha visto confrontarsi la commissione presieduta da Ortis con l'assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e il rettore dell'università di Padova Rosario Rizzuto. All'incontro è seguito un sopralluogo in un'area di 6 ettari all'interno del Nuovo Petrolchimico. L'Abruzzo rischia di farsi soffiare la grande occasione.

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