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Pescara, 24/07/2024
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Data: 20/03/2018
Testata giornalistica: Il Centro
«Il Comune deve riassumermi». L'ex capo dei vigili va dal giudice. La citazione di Grippo: devo essere riammesso in servizio fino al 31 dicembre del prossimo anno. Chiesti la nullità dei termini posti al suo contratto e il riconoscimento dei danni subiti

L'AQUILA L'ex capo della polizia municipale, Ernesto Grippo, ha citato in giudizio il Comune facendo delle richieste molto perentorie davanti al giudice del lavoro: accertare e dichiarare la nullità, invalidità o inefficacia dei termini apposti al contratto dirigenziale e ai contratti di proroga e di essere riammesso al servizio fino alla cessazione naturale del contratto. La data da lui indicata nel ricorso è il 31 dicembre del 2019. Egli, inoltre, chiede il riconoscimento del danno economico subìto. Il Comune, tramite delibera di giunta, ha deciso di opporsi in giudizio autorizzando l'avvocato Ilda Coluzzi a difendere i propri interessi.Grippo, quando andò via dal Comune dell'Aquila, alla fine dello scorso anno, fu decisamente critico in una conferenza stampa sulla situazione all'interno della polizia municipale. Parlò di «mancanza di risorse umane e strumentali, un turn over inesistente, finanze ridotte all'osso per assenza di investimenti in termini di bilancio e, nonostante la carenza di personale, risultati positivi e risolutivi». Precisò, inoltre, che l'organico in capo al Comando contava 53 unità, contro le 99 previste secondo una legge regionale; inoltre dal 2009 sono andati via 12 agenti e 6 ufficiali, mai sostituiti.Attualmente il dirigente della polizia municipale è Tiziano Amorosi, ma la sua specifica figura non è quella di capo dei vigili urbani, che pertanto, deve ancora essere nominato.I ricorsi da parte di dirigenti (ex o attuali) o dipendenti contro l'ente sono parecchi. Il dirigente Domenico de Nardis, responsabile dell'Avvocatura generale e del settore di rigenerazione urbana (edilizia, commercio, urbanistica), ha citato l'ente a fronte della richiesta di 20mila euro. Si tratta di compensi che non gli sarebbero stati dati per la sua partecipazione a una commissione che si occupa di appalti e concessioni. Pochi giorni fa il Comune è stato condannato per mobbing a pagare circa 60mila euro al funzionario Mario Di Gregorio, che era stato rimosso dal suo incarico senza una ragione ritenuta attendibile dal giudice.A fronte di tutti questi ricorsi è intervenuta, di recente, l'Ugl con una nota del sindacalista Simone Tempesta allarmato dal consistente contenzioso per l'ente. «Tale situazione», ha commentato, «non può che far riflettere sul perché siano aumentati in maniera così sconsiderata i contrasti tra amministrazione e dipendenti con un conseguente, anomalo aumento dei contenziosi giudiziari che hanno visto, e continuano a vedere, l'amministrazione comunale soccombente e obbligata al pagamento di somme a titolo di risarcimento, differenze stipendiali e spese processuali».

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