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Pescara, 24/07/2024
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Data: 20/03/2018
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Legge impugnata e spettro inceneritore, ira di Mazzocca contro ministro Galletti

PESCARA - "Il peggior ministro dell’ambiente nella storia repubblicana, Gian Luca Galletti, ha confezionato un ennesimo “regalo” a danno della Regione Abruzzo e dei sui cittadini”.

È furioso il sottosegretario regionale Mario Mazzocca, di Art 1-Mdp, con delega ad Ambiente ed Ecologia nel commentare la decisione del Governo di procedere ad impugnare il nuovo Piano regionale di gestione Integrata dei rifiuti.

La delibera d'impugnazione, che porta appunto la firma di Galetti, ministro montiano del governo del del Paolo Gentiloni, oramai agli sgoccioli, finisce anche per spalancare le porte dell'Abruzzo a un inceneritore di rifiuti, ipotesi irricevibile per Mazzocca, eletto con Sinistra ecologia e libertà, e che domani ha convocato a Pescara una conferenza stampa per illustrare la strategia che intenderà adottare.

Nell’impugnativa del governo "amico", si sostiene che la legge approvata in Abruzzo, "non ha fornito adeguati elementi in ordine alle azioni di riduzione della produzione che potrebbe ragionevolmente considerarsi sovrastimata rispetto ad eventuali obiettivi di riduzione della produzione dei rifiuti non adeguatamente considerati".

E che appare per tale ragione "difficile dare credito alle previsioni cosi ambiziose della Regione Abruzzo in tema di riduzione della produzione dei rifiuti, ai fini di un eventuale aggiornamento del fabbisogno di incenerimento di cui al Dpcm 10 dell’agosto 2016".

Ovvero, questa l'interpretazione prevalente, nessuna azione è stata posta in essere dal Governo regionale per evitare la costruzione di un inceneritore in Abruzzo

"Il motivo della proposta di impugnazione - commenta però Mazzoca - è semplice: dati e contenuti del Piano regionale smentiscono clamorosamente quelli del governo, in base ai quali - non veritieri e massimamente errati - lo stesso intende perseguire la realizzazione di un inceneritore sul nostro territorio regionale".

"Come abbiamo avuto modo di dimostrare - commenta però Mazzocca - non sussistono condizioni oggettive di sorta per insediare un inceneritore in Abruzzo, che risulta inequivocabilmente insostenibile sotto il profilo tecnico, ambientale, economico e finanziario. Per altro, al fine di avvalorare il suo intento, il Governo evidenzia motivazioni pleonastiche e non suffragate dai dovuti approfondimenti di natura tecnico-amministrativa ed arriva persino ad accusare la Regione di non aver contratto accordi interregionali per sopperire temporaneamente al tema della quota secca residua: evidentemente il funzionari Ministeriali non hanno letto le carte che gli abbiamo inviato da tempo".

Sulla vicenda sono partiti alla carica sia l’opposizione del Movimento 5 stelle che quella del centrodestra.

Per Sara Marcozzi, consigliere regionale M5s, "secondo il Consiglio dei Ministri l'Abruzzo non potrà esimersi dalla costruzione di un inceneritore. Eppure il M5S aveva avvisato il governo regionale già nell'agosto 2016 di questo pericolo, suggerendo soluzioni efficaci rimaste inascoltate".

"La scelta obbligata dell'inceneritore – ha aggiunto Marcozzi - è anche una conseguenza indiretta della bassa percentuale di raccolta differenziata che, secondo i 5 Stelle, è ancora ferma al 40 per cento, quando invece il precedente Piano regionale di gestione rifiuti prevedeva un obiettivo del 65 per cento entro il 2012. E il M5S aveva chiesto a più riprese misure forti, come il commissariamento dei Comuni inadempienti e incapaci di innalzare il proprio livello di raccolta differenziata, richieste restate inascoltate".

Per Mauro Febbo di Forza Italia, questa impugnazione, è la conferma "che il governo regionale di centrosinistra ha fallito clamorosamente su tutte le politiche e riforme ambientali messe in campo".

E ricorda che durante l’approvazione de Piano rifiuti, "avevamo in sede di discussione in Consiglio regionale, pur riconoscendo l'urgenza di adeguare la Legge regionale alle nuove regole richieste dall'Europa, sollevato e sottolineato forti dubbi e criticità su diversi aspetti e norme contenute proprio all'interno della nuova legge".

Mazzocca replica ad entrambi con altrettanta veemenza.

"Non commento - sbotta Mazzocca - le sconclusionate dichiarazioni della Marcozzi. Provo il solito senso di sconforto che mi viene dal constatare che la consigliera continua a intervenire su questioni che non conosce o che, evidentemente, si rifiuta ostinatamente di studiare o approfondire. Spiace, poi, constatare che il consigliere Mauro Febbo, avendo operato poco e male quando era assessore regionale, oggi prenda per oro colato le affermazioni del governo e, sperando nella memoria corta degli abruzzesi, imputi a questo Esecutivo responsabilità che ricadono interamente sulla giunta della quale egli faceva parte".

"Febbo – incalza Mazzocca - non ricorda che la legge imponeva all’Abruzzo di adeguare il proprio Piano Rifiuti entro l’anno 2013, ma nonostante la scorsa consiliatura sia durata sei mesi in più rispetto alla scadenza naturale tale incombenza è stata portata a termine dalla attuale maggioranza di Centro-Sinistra. Febbo, inoltre, a proposito di trivellazioni in mare, non menziona assolutamente chi ha fatto fare marcia indietro al governo sul caso Ombrina e chi, nei cinque anni precedenti, ha fatto solo melina. L’ex assessore Febbo, altresì, non cita il verbale del Comitato Interministeriale del 9 settembre 2009, allorquando lo stesso si limita ad esprimere un timido ‘ non parere’ in ordine al mefistofelico progetto Powercrop. Per esigenze di spazio mi fermo qui ma potrei continuare, dal colpevole ritardo degli interventi sul sistema depurativo regionale alla inesistenza di un Piano Cave continuamente annunciato dalla giunta Chiodi ma inesistente".

"La verità - incalza il sottosegretario - è che abbiamo dimostrato al Governo come la chiara insostenibilità dell’ipotesi 'Inceneritore' in Abruzzo dal punto di vista ambientale, sia per configurazione geomorfologica che per condizioni microclimatiche, aumenta sensibilmente sotto il profilo economico-finanziario: infatti, la quantità di indifferenziato prodotto, che negli ultimi tre anni è diminuita drasticamente, renderebbe oltremodo negativo il rapporto costi-benefici di un’impresa siffatta nella nostra Regione. In poche parole, l’Abruzzo produce una quantità di ‘rifiuto indifferenziato’, che si riduce costantemente giorno dopo giorno, del tutto insufficiente a supportare la produttività di un impianto di incenerimento. A meno che qualcuno non pensi di sopperire a tale mancanza con rifiuti provenienti da altre Regioni, per esempio da Roma Capitale, laddove le croniche criticità del sistema di gestione dei rifiuti sono lontanissime dall’essere risolte".

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