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Pescara, 24/07/2024
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Data: 23/03/2018
Testata giornalistica: Il Centro
M5s: Di Pangrazio si muova su D'Alfonso. I pentastellati alla carica: «Se il governatore non si dimette tocca al presidente del Consiglio sancirne la decadenza»

Passa nelle mani del presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, la questione D'Alfonso, e della sua duplice veste di presidente-senatore. A sollecitare l'intervento della massima autorità in seno all'assise regionale, il garante super partes, sono stati i consiglieri del M5S.
IL DIES A QUO È QUI. «Il dies a quo più volte citato da D'Alfonso», ha detto ieri Sara Marcozzi, alla presenza di Domenico Pettinari, e Gianluca Ranieri, «è arrivato. Il Consiglio regionale prenda atto dell'incompatibilità di Luciano D'Alfonso e si proceda con lo scioglimento dell'assise, consentendo agli abruzzesi di tornare al voto». I tempi? «Se saranno rispettati quelli previsti dalle procedure nell'arco di tre mesi il vice presidente Giovanni Lolli potrebbe firmare il decreto per indire le elezioni». Lolli, sempre secondo i 5 Stelle, non può svolgere le funzioni di presidente ma limitarsi solo a pochissimi atti, dal momento che il presidente di Regione «è eletto a suffragio universale e diretto, e la sua decadenza non può dar luogo a surroga delle proprie funzioni neanche al vicepresidente». La richiesta rivolta a Di Pangrazio, riguarda anche «il deputato-consigliere regionale Camillo D'Alessandro, dopo la convalida degli eletti, da parte della Corte d'Appello.
INCOMPATIBILITÀ. D'Alfonso, prima di dimettersi dalla carica di presidente della Regione, attenderà il "verdetto" della Giunta delle elezioni del Senato, ma i Cinque Stelle premono sull'acceleratore e chiedono che a pronunciarsi sia la Giunta per elezioni del Consiglio regionale, affinché «prenda atto e dichiari l'incompatibilità dei neoeletti, decretando, quindi, la fine di questa legislatura. Citando una serie di riferimenti normativi, i consiglieri hanno ricordato che «la legge non è soggetta a interpretazione. Secondo l'articolo 1 comma 1 del Regolamento del Senato i senatori acquistano le prerogative della carica dal momento della proclamazione», mentre per l'articolo 122 della Costituzione «nessuno può appartenere contemporaneamente a un Consiglio regionale e ad una delle Camera del Parlamento o ad un altro Consiglio regionale». Ecco il motivo per il quale i Cinque stelle, oltre a sollevare la questione del «doppio stipendio di D'Alfonso che comincia a decorrere dalla data di proclamazione degli eletti da parte della Corte d'Appello», ritengono che «l'incompatibilità è diventata effettiva ed efficace sia per il presidente-senatore D'Alfonso che per il deputato-consigliere regionale D'Alessandro».
IL FANTA-DIRITTO. Basta», dicono i 5 Stelle , «alle interpretazioni da fanta-diritto a uso e consumo del presidente-senatore. I cittadini abruzzesi hanno riservato al presidente D'Alfonso un risibile 13,9% a testimonianza di una sonora bocciatura dell'operato del Governo regionale. Dal momento che siamo consci che il presidente-senatore non rispetterà la volontà popolare e non si dimetterà autonomamente chiediamo oggi al Presidente del Consiglio di convocare la Giunta per le elezioni al fine di prendere atto e dichiarare l'incompatibilità dei neo eletti e, quindi, decretare la fine di questa legislatura».

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