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Pescara, 24/07/2024
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Data: 25/03/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il rebus sicurezza - Restyling autostrade i soldi sono già finiti. La società di Toto ha eliminato i problemi di scalinamento. I nuovi fondi non arriveranno prima di tre o quattro anni

L'AQUILA Fondi non prima del 2021, anzi, per la precisione 2022, tenendo conto della loro effettiva disponibilità. Un lasso temporale che non è affatto compatibile con i lavori di messa in sicurezza delle autostrade la cui prima tranche, quella considerata urgente, è quasi agli sgoccioli. Strada dei Parchi, è il caso di dirlo, è a un bivio cruciale: chiuso questo primo lotto di lavori, dovrà aspettare il 2022 prima di poter mettere mano ai 250 milioni che sì il Cipe ha stanziato, ma con il differimento di un triennio. E nel frattempo? Ballano, tanto per citare la conseguenza più immediata, circa 750 posti di lavoro, ovvero tutta la mole di personale assunta per far fronte alla necessità di adeguare i viadotti dopo le tragiche esperienze delle scosse sismiche 2009 e 2016.
LE TAPPE
Lo scorso 21 marzo il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) ha preso atto del nuovo schema di aggiornamento e revisione del piano economico-finanziario oggetto di trattativa in questi ultimi mesi tra la Strada parchi Spa, concessionaria delle autostrade A24 e A25 e il ministero delle Infrastrutture. L'atto prevede uno stanziamento di circa due miliardi di euro complessivi per la messa in sicurezza (prevista nella legge di stabilità 2012, che segue al terremoto dell'Aquila del 2009 e in cui viene riconosciuta la strategicità dell'arteria in funzione di Protezione Civile) e per calmierare le tariffe autostradali il cui aumento di circa il 13 per cento scattato dal primo gennaio scorso, ha provocato polemiche nei territori delle due regioni. Una presa d'atto formale che diventerà sostanziale quando il concessionario darà l'ok definitivo all'intesa.
Ora la società sta per chiudere, manca solo qualche mese, il biennio dedicato ai lavori di messa in sicurezza urgente, costati un totale di 111 milioni. In particolare sono stati sistemati i viadotti, per evitare il pericoloso fenomeno dello scalinamento (abbassamento della sede stradale) che potrebbe verificarsi in occasione di scosse telluriche. Un'operazione, complessa, che ha provocato qualche inevitabile disagio e rinfocolato le polemiche, anche alla luce degli aumenti tariffari.
Ora ci sarebbe da cominciare i lavori per la messa in sicurezza vera, altrimenti si rischia di vanificare o quantomeno ridurre gli effetti positivi degli ultimi cantieri. Una messa in sicurezza che, secondo quanto stabiliscono le norme, è a carico dello Stato, proprietario della rete, e non del concessionario. Il quale se decidesse di farla di tasca propria inevitabilmente poi scaricherebbe i costi sulle tariffe.
L'INTOPPO
A questo punto Strada dei Parchi ha tentato di fare ciò che già in passato era accaduto. Ovvero, forte della presa d'atto del Cipe, tentare di chiedere delle anticipazioni, attraverso Cassa Depositi e Prestiti, per garantire la continuità della manutenzione. Per intoppi burocratici non meglio chiariti, al momento non è stato possibile. Mancano le autorizzazioni ministeriali. E così quando tra poco tempo saranno finiti soldi e lavori da fare, si aprirà una voragine che rischia di inghiottire 750 persone. I 250 milioni sono a disposizione, ma per restare nei parametri del Fiscal Compact il governo ha stabilito di differire gli stanziamenti di un triennio, a partire dal 2021. Il paradosso di questa vicenda è che una messa in sicurezza considerata urgente. «Tali risorse potrebbero invece essere rese immediatamente disponibili, come già accaduto per una prima trance di 58 milioni nello scorso gennaio, a seguito di una sentenza del Tribunale amministrativo del Lazio che obbligava il Ministero a garantire la copertura finanziaria dell'intervento cosiddetto antiscalinamento della corsia autostradale, con apposito provvedimento di anticipazione da emanare di concerto tra il ministero delle infrastrutture (Mit) e quello dell'Economia (Mef)» hanno spiegato dalla società concessionaria nell'immediatezza del provvedimento del Cipe. Anche perché le risorse, la tranche da 250 milioni di euro, sono state già stanziate con la legge numero 123/2017. E, dunque, al momento vanno considerate congelate. Nei prossimi giorni si capirà l'evolversi della situazione. E' abbastanza evidente che andrà attivata una contrattazione con il nuovo governo, non appena (e se) sarà formato.
Nel frattempo, sempre in tema di trasporti, Rfi (Rete ferroviaria italiana) ha presentato ieri a Milano un volume, Stazioni Impresenziate. Un riuso sociale del patrimonio ferroviario, sul riuso sociale delle stazioni e degli immobili ferroviari, per progetti e attività culturali, turistiche, di solidarietà e sostenibilità. Per l'Abruzzo sono stati citati due casi emblematici: l'ostello della gioventù realizzato ad Alba Adriatica e la base logistica per i servizi di trasporto socio-sanitario, assistenza e consegna dei farmaci a domicilio, a Pineto.

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