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Pescara, 24/07/2024
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Data: 25/03/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
La rete dei movimenti civici «Un candidato del territorio»

PESCARA - Politica regionale già proiettata verso la Terza Repubblica, se non oltre. Le vicende nazionali ci mettono un attimo ad attraversare l'autostrada dei parchi, anche se l'Abruzzo ha sorpreso più di una volta per la sua capacità di anticipare gli eventi. Un laboratorio di idee e di formule sulle future alleanze che ieri mattina si è riproposto all'Aurum di Pescara con un nuovo progetto: Civiche per l'Abruzzo. Dodici simboli, espressione della società civile, che si offrono come alternativa ai partiti tradizionali, lasciando intuire che il battesimo del fuoco sarà proprio quello delle prossime regionali. Un incontro affollato e animato da personaggi politici non proprio di primo pelo, come i due ex parlamentari del centrodestra Daniele Toto e Fabrizio Di Stefano. «La politica è troppo autoreferenziale - ha spiegato Toto -, ecco perché è necessario ripartire dal territorio». Di Stefano, che si è visto negare la ricandidatura nelle liste di Forza Italia, è indicato da molti come il probabile candidato presidente del corposo cartello di formazioni civiche pronto alla sfida delle regionali. Ma lui frena: «Sono un uomo di centrodestra e non cambio casacca per una mancata candidatura. Lo farò nel caso in cui principi, valori, progetti, mi inducano altrove. La situazione è in evoluzione, è vero - ha aggiunto l'ex deputato teatino -, credo, come dice il presidente della Regione Liguria, che si debba tornare a pensare a un partito unico di centrodestra». Intanto le regionali si avvicinano e quella presentata ieri a Pescara ha tutta l'aria di volersi proporre addirittura come quarta gamba dell'attuale sistema politico, per fronteggiare l'avanzata dei 5 stelle. Un progetto a cui sta lavorando (ma in separata sede) un altro protagonista della politica abruzzese: l'assessore dimissionario della giunta D'Alfonso, Donato Di Matteo che assieme ad Andrea Gerosolimo ha rimesso il mandato nelle mani del presidente aprendo una sorta di resa dei conti nella maggioranza di centrosinistra dopo l'esito disastroso del voto. Nessuno, tra gli attori della crisi, si è ancora presentato con il ramoscello d'ulivo in mano. Così, anche Di Matteo prepara il battesimo del fuoco della sua lista civica: «Le questioni poste in maggioranza - spiega - non sono una cartina di tornasole, come dice D'Alfonso. Abbiamo rimesso il mandato nelle mani del presidente e chiesto l'azzeramento della giunta per cercare di ripartire dopo gli errori commessi, compresi i nostri. Sono state rappresentate questioni precise - sottolinea ancora Di Matteo -: la sanità, il disagio economico, l'abbandono delle aree interne. L'obiettivo è solo quello di rilanciare l'azione di governo regionale nei cinque o sei mesi che ancora mancano alla fine della legislatura. Dopo Pasqua - ecco l'altra notizia - presenteremo il nostro progetto: Abruzzo Insieme e il nostro programmo. Un progetto trasversale che parte dal basso, non dalla volontà di un singolo, senza steccati o pregiudiziali ideologiche. Qualcosa di diverso dal dalfonsismo a cui siamo abituati - incalza l'assessore dimissionario -, l'uomo che decide tutto da solo. Vedremo dove ci porterà. Gerosolimo? Anche lui - spiega Dì Matteo - è già dentro questo progetto, ma contiamo di raccogliere l'attenzione di altri consiglieri regionali». Da destra a sinistra, tutto si muove come un magma ancora indefinito ma con il chiaro obiettivo di rompere gli schemi tradizionali travolti dal voto del 4 marzo e dagli eventi successivi offerti dalla politica romana. Si vive di ora in ora, ma si lavora ai cantieri del futuro. E tutti ne hanno già uno aperto.

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