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Pescara, 24/07/2024
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Data: 25/03/2018
Testata giornalistica: Il Centro
D'Alfonso rinuncia a uno dei due stipendi. Il senatore resta governatore ma senza compenso. Così il partito prende tempo per riorganizzarsi e scegliere il successore

PESCARA Mantiene il piede in entrambe le staffe, la Regione e il Senato, ma rinuncia a uno dei due stipendi perché non può fare altrimenti. Da neo senatore, Luciano D'Alfonso, resta governatore d'Abruzzo senza percepire compenso. E rinvia le sue dimissioni al giorno della convalida dell'elezione a Palazzo Madama. La scelta nasconde un motivo strategico di partito. Le due poltrone servono per dare tempo al Pd, e più in generale al centrosinistra uscito sconfitto dalle elezioni del 4 marzo, di riorganizzarsi, riposizionarsi e soprattutto trovare il candidato giusto del dopo D'Alfonso. In altre parole, è il partito che gli chiede di rimanere per spostare avanti nel tempo la data delle elezioni regionali e tentare di recuperare sul territorio un gap che lo separa dai 5 Stelle che si attesta in 70mila preferenze. Così dicono quelli del Pd.
IO RINUNCIO. L'atto di rinuncia allo stipendio da governatore è diventato pubblico ieri perché D'Alfonso lo ha postato nel suo profilo di Facebook. Due pagine di cui la prima si riferisce alla proposta e la seconda alla determina che stabilisce di: «Sospendere dal 23 marzo 2018 il diritto alla corresponsione dell'indennità di carica e funzione spettante al presidente Luciano d'Alfonso in quanto, rivestendo la carica di senatore, si trova in una delle situazioni di sospensione delle indennità previste espressamente dall'articolo 7, comma 1, della legge regionale 40 del 2010». Firmato Paolo Costanzi, per conto del dirigente vacante.
CHE GLI RESTA. A che cosa rinuncia il governatore-senatore e quanto gli resta a fine mese? Facendo un rapido calcolo e senza considerare le eventuali indennità di funzione, i componenti del Senato guadagnano ogni mese 14.634,89 euro contro i 13.971,35 euro percepiti dai deputati. La cifra si ottiene sommando 5.304,89 euro alla diaria di 3.500 euro cui si aggiungono un rimborso per le spese di mandato pari a 4.180 euro e 1.650 euro al mese come rimborsi forfettari fra telefoni e trasporti. Di contro lo stipendio da governatore, al quale D'Alfonso ha dovuto rinunciare, ammonta a 13.880 euro lordi al mese che si avvicina molto a quello di un deputato ma è inferiore alla indennità di un senatore. Torniamo quindi alla strategia dell'attesa e del rinvio che vede il Partito democratico affrontare una sorta di viaggio del salmone.
COME IL SALMONE. Una risalita controcorrente del fiume con il rischio, come accade appunto al salmone, di finire nelle fauci di un orso. La parola d'ordine è però recuperare consensi nel territorio magari attraverso alleanze preziose con liste civiche. Anche se i segnali giunti da Andrea Gerosolimo e Donato Di Matteo, cioè da Abruzzo Insieme, vanno verso una direzione totalmente divergente.
CHI SARÀ. Così a risultare determinante può essere la scelta di un candidato che metta tutti d'accordo. Un nome condiviso potrebbe essere quello del presidente del consiglio, Giuseppe Di Pangrazio, o del consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, oppure il più prestigioso tra tutti, quello di Giovanni Legnini, figura istituzionale d'alto profilo. Ma è presto per dirlo.

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