Il Partito democratico è impegnato in una riflessione molto profonda sui risultati del 4 marzo, a livello nazionale e regionale. Tutto il Pd è concorde nel ritenere come non ci siano capri espiatori su cui scaricare le colpe, ma che la ricerca deve andare nella direzione, fuori dagli schemi, della radicalità dei problemi di una crisi economica da cui solo oggi si comincia ad intravedere la fine. E di un dualismo economico del Paese che permane e riguarda tutto il centro sud. Così come va analizzata la realtà di una crescita economica, che non comporta automaticamente qualità del lavoro e crescita dei redditi. Difficoltà che si aggiungono ad un quadro generale di crisi drammatica di tutte le forze riformiste europee e che vede puntualmente gli elettori punire chi ricopre responsabilità di governo. In questo quadro, si inserisce l'Abruzzo, che, pur a fronte di una ripresa occupazionale e di risultati che evidenziamo, ha ancora una elevata precarietà del lavoro e una dinamica bassa della spesa per consumi delle famiglie. La flessione del Pd nella nostra regione pari a 70 mila voti e 8 punti percentuali non si è manifestata in modo diverso da altre regioni come la Campania (-8%), la Calabria (-8%), la Basilicata (-9%), il Molise (-7%), la Puglia (-5%).
Banalizzare questa analisi e ridurla ad una resa dei conti interna è un errore grave che non appartiene alla politica e al rinnovamento che i nostri elettori ci chiedono. Il vecchio teatrino, fatto di personalismi, non può certo aiutarci a risollevare le sorti del centrosinistra. Dobbiamo invece ascoltare quello che ci hanno detto gli elettori, capire quello che sta accadendo in Abruzzo e nel Mezzogiorno e aprire una fase nuova, partendo dai risultati che abbiamo ottenuto.Nei 45 mesi di governo del centrosinistra , sotto la presidenza di Luciano D'Alfonso, l'Abruzzo ha conosciuto risultati senza precedenti.Cinquantamila occupati aggiuntivi che sono frutto dell'intraprendenza delle nostre imprese, delle politiche economiche del governo nazionale e dell'impegno del governo regionale nel realizzare le opportunità messa a disposizione dalle risorse europee e nazionali. Il sistema economico regionale, grazie alla determinazione del Presidente D'Alfonso e della sua squadra di governo, ha ottenuto risorse e finanziamenti che non hanno precedenti pari a circa tre miliardi. Il Masterplan è una realtà, che sta conoscendo una progressiva accelerazione. Lo sblocco della Fondovalle Sangro è un traguardo storico atteso da 40 anni. In questi 45 mesi abbiamo realizzato riforme importanti, come la nascita della società unica dei trasporti, che si completeranno con il riordino delle società partecipate regionali. Non c'è crisi aziendale che non abbia visto la presenza attiva della Regione e molte sono le situazioni risolte. L'uscita dal commissariamento della sanità e il riordino dei conti pubblici regionali rappresentano il frutto di un rigore amministrativo e di una serietà di governo, che purtroppo non appartenevano alla tradizione amministrativa abruzzese. Siamo consapevoli della necessità di stabilire un'agenda di obiettivi condivisi, che contenga segnali di discontinuità, una forte collegialità nelle scelte e una necessaria attenzione alle difficoltà degli abruzzesi. Penso a misure sociali, di sostegno alle famiglie, e di ulteriore potenziamento dell'assistenza sociosanitaria nel territorio. Penso a scelte per stimolare il mercato del lavoro e le prospettive delle nuove generazioni. Su questo e su altri temi il Pd è pronto ad una discussione seria e responsabile, che si proponga di porre le condizioni di un'affermazione del centrosinistra nelle prossime elezioni regionali. Il Lazio dimostra che la vittoria è possibile. Siamo determinati a costruire una candidatura che unisca su un programma credibile e convincente, e chiediamo a tutte le forze al governo della Regione di contribuire con spirito costruttivo.

(*) Segretario regionale Pd