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Data: 25/03/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Al vertice di Palazzo Madama - Casellati, la tory cattolica: «Ora un governo è possibile»

Che sia una donna pratica, una che promette di dare «risposte ai cittadini» a Padova, la sua città, lo sanno da tempo. Quando era sottosegretaria alla Salute, nei giorni di mercato allestiva un banchetto per avere «un rapporto diretto con la gente». E appena eletta presidente del Senato, prima donna della storia, Maria Elisabetta Alberti Casellati ha rispolverato l'antico approccio: «Ho avuto i voti della maggioranza dei partiti e questo può essere un elemento di pacificazione. Spero che il risultato di oggi sia un buon viatico, un incoraggiamento, per la formazione del nuovo governo. I cittadini hanno bisogno di risposte rapide».
Se i Cinquestelle pensavano di aver messo un soprammobile a palazzo Madama si sbagliano, insomma. Come dice il fratello Valerio, «Maria Elisabetta è stata energica fin da bambina. Ha saputo farsi rispettare da tre fratelli maschi». Classe 1946, nata a Rovigo, laureata in diritto canonico alla Pontificia università Lateranense, avvocato matrimonialista, cattolica (è contro le unioni civili), la Casellati approda alla presidenza del Senato dopo quattro anni di Csm, membro laico in quota Forza Italia. Ed è lì che ha saputo farsi apprezzare prima da Giorgio Napolitano, poi da Sergio Mattarella. Per come studia i dossier e per il metodo di lavoro: ascolta, analizza le carte, cerca la strada mediana. «Sarà perfetta nel nuovo ruolo istituzionale», dicono i suoi, «ma non aspettatevi una presidenza schioppettante sotto il profilo politico».
Di certo, c'è che la Casellati - gradita anche alla Lega - non pensava di essere eletta. Tant'è, che al contrario di Romani e della Bernini, non aveva invitato familiari. E quando l'amico di sempre, l'avvocato Niccolò Ghedini, alle dieci del mattino le ha dato la buona novella, è corsa in uno studiolo al terzo piano di palazzo Madama per scrivere il discorso.
PASDARAN GARANTISTA
I punti fermi della presidente, eletta con ben 240 voti, sono Mattarella: «E' la mia figura di riferimento, lo sarà per tutto il mio percorso». E naturalmente Silvio Berlusconi, che è andata a trovare dopo aver fatto visita al capo dello Stato, e da cui ha ricevuto in dono una collana per celebrare l'avvenimento. Al Cavaliere, la Casellati è legata dal 1994 quando venne fondata Forza Italia. Per lui è stata vicecapogruppo in Senato, sottosegretaria alla Salute e alla Giustizia. Sempre per lui è scesa in trincea, difendendolo nelle traversie giudiziarie, anche per il caso Ruby («un'ingiustizia ad personam», «la sua condanna è un golpe»). «Ma non aspettatevi che stresserà il ruolo istituzionale a fini di parte», corre a dire uno dei suoi collaboratori.
LA VECCHIA LITE CON I GRILLINI
Sullo scranno più alto del Senato, accolta dalla standing ovation di tutto il centrodestra e dei 5stelle (con cui ha bisticciato in febbraio su rimborsopoli: «La macchina di fango vi si è rivolta contro»), la Casellati - tailleur blu scuro, ciuffo cotonato - ha parlato per meno di venti minuti. Ha cominciato invitando i partiti «alla comune legittimazione, condizione essenziale del buon governo». Ha proseguito sottolineando «i cambiamenti profondi del quadro politico». Soprattutto ha sollecitato «unità d'intenti nella diversità di opinioni e indirizzi» e la necessità «di rispetto reciproco nel solco delle regole comuni». E dopo non aver nascosto «l'emozione, la responsabilità e l'onore» di essere stata eletta «prima donna» presidente del Senato («nessun traguardo è più precluso, la mia elezione è un incoraggiamento per tutte»), ha ricordato le «eroine del Risorgimento» e «le tante ragazze della lotta di Liberazione». Una sottolineatura non neutra, accompagnata da un elogio della senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta all'Olocausto.
La missione che si dà la presidente è riavvicinare i cittadini alla politica. E per farlo, la Casellati ha chiesto in Aula «impegno condiviso», «una politica intesa come spirito di servizio», capace di «dare risposte concrete, con riforme in grado di governare il cambiamento» e di alleviare il «disagio sociale di chi è rimasto indietro»: «Va creata occupazione, vanno sostenute le imprese». Il tutto all'interno del contesto europeo: «L'Italia deve contribuire a tracciare la rotta di un'Europa a fianco dei cittadini, a partire dai fenomeni migratori». E' seguito appello: «Gli elettori ci hanno affidato attese e speranze, facciamo in modo che non siano deluse e trovino finalmente una risposta adeguata». Applausi bipartisan, più le congratulazioni di Matteo Renzi.
IL CASO DELLA FIGLIA ASSUNTA
Sposata, due figli, qualche anno fa la Casellati era stata criticata duramente per aver messo la figlia Ludovica a capo della sua segreteria al ministero della Salute. E' per la riapertura delle case chiuse e da avvocato matrimonialista ha assistito il regista Gabriele Muccino e il calciatore Stefano Bettarini, ex marito di Simona Ventura. Tre le sue battaglie, quella per le quote rosa e per la legge sullo stalking. In serata è voltata a Genova per seguire il concerto del figlio Alvise, direttore d'orchestra. Senza cerimoniale e l'aereo di Stato che le era stato offerto.

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