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Pescara, 24/07/2024
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Data: 26/03/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Verso le amministrative - Di Sabatino: «Corriamo verso il baratro». L'emissario del Pd perplesso dopo l'assemblea dell'alleanza civica: si rivolge al recinto della politica ed è senza giovani

TERAMO Deciderà il Pd, ma quello che cha visto sabato pomeriggio non l'ha convinto, tutt'altro. All'indomani dell'assemblea dell'alleanza civica che ha consegnato le chiavi della coalizione a Gianguido D'Alberto, acclamandolo come candidato sindaco, Renzo Di Sabatino resta perplesso. Più che da emissario del partito, a cui è stato affidato il compito arduo di fare sintesi nella galassia del centrosinistra in perenne agitazione, parla da chi «si è chiamato fuori dalla competizione» per la guida dello schieramento. Dal suo punto di osservazione neutro nella platea della sala polifunzionale della Provincia l'ormai ex candidato in pectore dei Dem ha visto che «l'alternativa ai 14 anni di governo del centrodestra così corre verso il baratro». Di Sabatino premette di non voler urtare la sensibilità di nessuno e che non si tratta di una «questione personale», ma fa una valutazione politica di quello che si è trovato intorno sabato pomeriggio. «Se l'accusa ai partiti, compreso il Pd, di essere logorati è vera», osserva, «lo è altrettanto per questi movimenti». Il riassunto dell'assemblea proposto dal presidente della Provincia è crudo più che ingeneroso. «L'unica novità che ho notato», spiega, «è stata quella dei due artisti». Il rappresentante dei Dem si riferisce al disegnatore Carmine Di Giandomenico e al musicista Paolo Di Sabatino del quale in particolare ricorda la disponibilità a "regalare" le proprie proposte alla futura amministrazione della città anche in caso di sconfitta dell'alleanza civica. «È questo un segno vero di cambiamento», sottolinea il presidente della Provincia, «per la costruzione di un'alternativa di governo». Lui ci ha provato una settimana fa, tentando di coagulare le forze disperse del centrosinitra intorno al suo nome e ad una proposta diversa rispetto «al sistema di potere che in città ha fallito». L'operazione non gli è riuscita, ha fatto un passo indietro per verificare comunque la possibilità di una sintesi su uno degli altri due nomi in campo, D'Alberto e Giovanni Cavallari, ma quanto emerso due pomeriggi fa dall'assemblea dei civici secondo lui non basta per la vittoria anche con il Pd. «I movimenti sono portatori di un'esigenza di rinnovamento ed espansione del confronto, le porte sono spalancate», spiega Di Sabatino, «ma in questo caso anche loro sono espressione di un recinto politico al quale il Paese ha detto basta», L'alleanza civica teramana, insomma, «parla allo stesso campo ristretto da cui la maggior parte della gente è fuori». L'emissario del Pd non vede un valore aggiunto della coalizione che ha impalmato D'Alberto e lo testimonia, secondo lui, «la totale assenza di giovani che votano e influenzano il voto dei loro familiari» nell'assemblea di sabato. «C'è l'originale, il Movimento 5 stelle, inutile tentare di copiarlo, loro hanno le carte in regola», rileva Di Sabatino che però non si dà per vinto. «Tenterò fino all'ultimo di arrivare a una sintesi condivisa alternativa al fallimento della passata amministrazione», conclude, «il Pd ha ancora molto da dire».

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