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Pescara, 24/07/2024
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Data: 27/03/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Cento giorni da Governatore. D'Alfonso insiste: «Non mi dimetto finchè non diventerò senatore»

PESCARA Chiudere le partite ancora aperte, come quella del Masterplan, dell'edilizia sanitaria, del riordino della contabilità dell'ente. E consentire al suo partito di riorganizzarsi dopo la batosta del 4 marzo, dilatando il più possibili la data del voto delle Regionali. Luciano D'Alfonso non le mette in fila proprio tutte, ma le ragioni che lo spingono a mantenere la carica di governatore, fin quando l'ordinamento giuridico lo consentirà, sono queste: «E' vero- insiste- che sono diventato senatore con la proclamazione degli eletti, ma questa procedura si completa solo quando la Giunta delle elezioni si è pronunciata sui casi di incompatibilità».
Le opposizioni lo incalzano, con il segretario nazionale di Rifondazione, Maurizio Acerbo, che per ultimo lo invita a «non fare sfoggio di arroganza e a rimanere in Regione mettendoci la faccia, invece di fuggire a Roma grazie al seggio sicuro». D'Alfonso si fa scivolare tutto addosso e vede di fronte a sé altri 100 giorni di tempo che gli consentiranno di svolgere il doppio mandato tra Roma e l'Abruzzo. A proposito: «Da quando è iniziata la campagna elettorale- dice- sto viaggiando solo con mezzi propri». L'auto blu è in garage, ma tra Palazzo Madama e quelli della Regione è ormai un via vai continuo: oggi lì, per le incombenze del Parlamento, domani qua, come è avvenuto ieri mattina per firmare con i soggetti attuatori del Masterplan le nuove convenzioni destinate a portare sul territorio infrastrutture viarie e opere per il turismo. Quelle sottoscritte ieri con i sindaci e il presidente della Provincia di Pescara sono 7. Tra queste figurano i 6 milioni di euro per ricucire la rete stradale nella zona montana di Rigopiano, definita da D'Alfonso «una sorta di striscia di Gaza, con la viabilità che interessa per metà il versante L'Aquila-Teramo e per metà quello pescarese». Ci sono gli interventi per il turismo: dal Parco didattico del Lavino (3.500.000 euro), ai 14.800.000 per la valorizzazione e il rilancio degli antichi borghi. Quelli per il completamento della strada al servizio dell'area industriale di Alanno (1.600.000) e per il recupero della viabilità al servizio del giacimento turistico-religioso del Volto Santo di Manoppello (9.000.000). Le opere per la rete viaria e ciclopedonale della Val Pescara, tra Pianella, Cepagatti e Rosciano (500.000). La riqualificazione di Palazzo De Petris, a Castiglione a Casauria (1.000.000). Troppe cose da fare prima di rimettere il mandato di governatore. D'Alfonso si trincera dietro le citazioni. Ricorda una celebre frase di Sandro Pertini: Non siamo scadenti, ma potremmo essere in scadenza. E un proverbio abruzzese: Non posso trovarmi senza asino e senza finimenti. Ma non dimentica i contestuali impegni romani: «Sto studiano il reddito di cittadinanza con un approccio di curiosità culturale. Mi interessa tutto ciò che può offrire ai cittadini nuovi servizi. Per questo credo che andrò in commissione Bilancio ad occuparmi dei loro diritti».
Intanto il Pd prova a rimettere insieme i cocci. Ieri anche D'Alfonso ha partecipato alla riunione del direttivo regionale del suo partito, convocata nel pomeriggio a Pescara in un clima di forte tensione. Ha anche annunciato che presto presenterà un bilancio della sua attività in Regione: «Per far sapere dettagliatamente quanto sono costato e cosa ho portato all'Abruzzo. Poi ammette: «Il Pd ha bisogno di tempo per riorganizzarsi».

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