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Data: 27/03/2018
Testata giornalistica: Prima da Noi
Regione Abruzzo. D’Alfonso non si muove: «resto presidente per altri 100 giorni». Acerbo: «ha fallito, rimanga in Regione e non scappi»

ABRUZZO. D’Alfonso prende tempo, interpreta le norme nel senso più favorevole al suo prolungato permanere nelle due cariche di senatore e presidente della Regione.
Questo questo per portare a termine quanto ha iniziato nel 2014.
Un gran lavoro che lui quantifica in 3 miliardi di euro aggiuntivi rispetto alle solite e comuni linee di finanziamento pubblico e legate per lo più al Masterplan, questo libro dei progetti futuri, anche alcuni meno vitali di altri, e speriamo non destinati a creare nuove cattedrali nel deserto magari pure incompiute.
L’agenda del presidente è piena, come sempre, e nei giorni in cui potrà permanere in Abruzzo (non percependo comunque l'indennità, sospesa dallo scorso 23 marzo, primo giorno da senatore) sarà lo stesso di sempre, più che veloce frenetico, per assicurare procedure -in molti casi neppure avviate- perchè una volta fatto il Masterplan c’è da fare tutto il resto: cioè lunghissimi passaggi burocratici di pianificazioone e controllo.
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Dopo gli attacchi dei giorni scorsi delle opposizioni non si è smosso. Va avanti, si divide tra Roma e l’Abruzzo e anche oggi lo ha ribadito: «sono dimissioni in corso di istruttoria che arriveranno il giorno stesso della convalida. E per la convalida sono all'opera per fare in modo che questi giorni siano produttivi a favore degli abruzzesi».




LA VISIONE DI D’ALFONSO
Così anche stamattina D’Alfonso ha ribadito la strada che ha scelto di perseguire, ovvero quella dei due passaggi per l’insediamento di un senatore: la proclamazione e la convalida.
Lui attende che gli organi collegiali del Senato facciano la verifica dei poteri che poi si conclude con la convalida e lo stesso giorno farà «questa difficile lettera agli abruzzesi e anche al mio vicepresidente Lolli».
A chi gli chiede se la sua decisione non rappresenti un danno d'immagine, D'Alfonso risponde: «Conto di portare a segno questo procedimento entro cento giorni che sono forse i giorni necessari per concludere l'attività di convalida, ma in questo lasso di tempo dimostrerò anche quanto è costata la nostra attività di Governo al bilancio della Regione Abruzzo e quanto abbiamo portato a favore degli abruzzesi dentro al bilancio della Regione Abruzzo. Oltre tre miliardi di euro aggiuntivi che noi abbiamo spalmato per la vita delle imprese, per le infrastrutture, per i territori. Mai si è fatto un lavoro di questo tipo né andando indietro in Abruzzo né confrontandoci con altre regioni. Mi piace molto questo livello di rendicontazione rispetto alla quale sfido chiunque a fare altrettanto».


LA RIUNIONE A VOCE ALTA DEL PD
Mentre nella sede della Regione Abruzzo era in corso un incontro del Pd regionale dai toni piuttosto accesi, il governatore D'Alfonso ha sottolineato che «le riunioni a voce alta sono riunioni vere. Il mio interesse - ha osservato - è che il centrosinistra abbia tempo per ritrovare anche un pensiero politico, sociale, perché la sconfitta è stata indiscutibile, abbiamo perso 70mila voti, cioè 200 voti a comune».
«Sono convinto - ha detto ancora - che la prossima volta si possa fare con un candidato all'altezza, con un programma radicale e coraggioso e con candidature che rappresentino tutti i territori. Io l'altra volta ho preso il 47% doppiando i due avversari. Zingaretti nel Lazio ha vinto e nella stessa giornata ha perso il Pd alle politiche. Si può trovare anche uno migliore di Zingaretti per l'Abruzzo».
Sull'ipotesi Legnini il neo senatore sottolinea che «Giovanni ha un patrimonio di esperienza che è favoloso, ma ci sono anche altre personalità, altre risorse».


RESTI IN REGIONE
Intanto Maurizio Acerbo (Rifondazione Comunista) sostiene che D’Alfonso non dovrebbe «scappare a Roma» ma dopo la «batosta elettorale» dovrebbe restare in Regione.

«Continua a dare sfoggio di arroganza e a fare un uso personale delle istituzioni», attacca Acerbo. «Politicamente i suoi sodali del PD dovrebbero chiedere che D’Alfonso rimanga in Abruzzo invece di fuggire a Roma grazie al seggio sicuro che si è contrattato con Renzi. Se è davvero convinto di aver ben governato rimanga in carica e affronti le prossime elezioni regionali. Dato che ha chiesto i voti per fare il ministro e portare l’Abruzzo al governo mi sembra chiaro che non sia in grado di onorare l’impegno con gli elettori».
Insomma, visto che il ministro non lo potrà fare, Acerbo chiede che continui a fare il presidente e si presenti in quanto tale alla scadenza naturale di fronte agli elettori. «Cosa teme il superuomo della Regione Abruzzo? Se è così bravo perché lasciare la trincea proprio adesso? Troppo facile svignarsela lasciando gli altri nei guai. Troppo facile vincere le elezioni che si vincono di sicuro. Coraggio Luciano mettici la faccia. Rinuncia al seggio da senatore e rimani in Abruzzo. Fifa?»

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