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Data: 28/03/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Verso le amministrative - Morra, un passo indietro «Prima si trovi la sintesi». Il coordinatore di Fratelli d'Italia rinuncia al mandato ma non chiude la porta. Pagano: deve scegliere il coordinatore regionale

TERAMO Ha sbattuto la porta ma non l'ha chiusa a chiave. La notte dei lunghi coltelli è passata da poco quando Giandonato Morra si chiama fuori, almeno per ora, dalla mischia del centrodestra per l'imprimatur alla sua designazione come candidato sindaco. L'incontro tra i principali alleati dal quale è uscito con l'investitura in pectore e il mandato a trattare con il resto della coalizione in rapida successione è stato sconfessato, non tanto sulla persona quanto sul metodo, da Forza Italia e Lega. Così lui rinuncia a entrambi gli incarichi, diffida chiunque «dall'accostare il mio nome a una candidatura che non ho mai cercato» e annuncia che seguirà gli sviluppi della turbolenta trattativa da coordinatore regionale di Frattelli d'Italia. Resta il sapore amaro di una situazione che definisce kafkiana. «Di solito una coalizione va in crisi sulla scelta del candidato sindaco», spiega, «in questo caso emerge che tutti sono d'accordo sul fatto che possa farlo io, ma non si trova una sintesi». Morra è finito sotto il tiro incrociato di «una guerra di posizionamento, uno stillicidio che va avanti da dieci giorni», da cui si sottrae per non rimanere definitivamente impallinato. «Non ci si siede ai tavoli per veti trasversali, uno non può stare accanto a un altro», osserva, «e veniamo dalla caduta prima del tempo di un'amministrazione di centrodestra, con una coalizione che non ha saputo dirimere le controversie». Se queste, dunque, sono le premesse di una ripartenza, puntando «sul rinnovamento e su un programma impattante» di cui il coordinatore di Fdi vuole essere interprete per «l'elettroshock» di cui la città ha bisogno, meglio lasciar perdere subito. «Mettetevi d'accordo con le vostre teste», scandisce Morra rivolgendosi ai potenziali alleati, «ma non mi citate». Ovvero, prima le diverse componenti facciano pace con loro stesse e con le altre e poi eventualmente se ne riparlerà. Morra non ci sta a farsi rosolare a fuoco lento dai dissidi nati con la fine della scorsa consiliatura né tanto meno a impugnare la ramazza e diventare lo spazzino dell'aia di centrodestra. «Non faccio nemmeno lo psicoterapeuta di gruppo», chiarisce, «ogni volta che c'è una riunione e si abbozza qualcosa saltano fuori distinguo, problematiche e cose che non vanno: mi dispiace, tolgo il disturbo». Morra non è aduso alle sottigliezze tattiche della guerra psicologica. «Sono uno da combattimento», ricorda, «ho caratteristiche ben rilevabili, non rappresento gente litigiosa». Finora, secondo lui, gli alleati o presunti tali hanno applicato un «metodo peggiore della scelta». Nessuno ha messo in dubbio la bontà della sua candidatura, ma l'ex sindaco e vicecoordinatore di Forza Italia Maurizio Brucchi ha disconosciuto che alla riunione di lunedì sera il suo partito sia stato legittimamente rappresentato dal vicecoordinatore provinciale Giacomo D'Ignazio, in quanto non delegato dai vertici regionali. Sulla scorta di questa presa di posizione anche il coordinatore comunale della Lega Roberto Canzio si è tirando indietro, ritrattando la firma del mandato conferito a Morra qualche ora prima. «Il candidato deve avere la libertà e la forza di parlare alla città in modo diretto e chiaro», insiste il coordinatore di Fdi, «gli unici eccessi ammissibili sono quelli sul programma, ma cosi non si arriva a nulla». La porta, che ha sbattuto forte nella notte degli equivoci, non è serrata del tutto dal coordinatore di Fdi che si rivolge ancora ai possibili interlocutori: «Dite cosa volete, fatemi sapere, non mi sono proposto io». Una cosa è certa. «Il cappello in testa», conclude, «non me l'ha mai messo nessuno».

Pagano: deve scegliere il coordinatore regionale. Il senatore conferma la linea di Forza Italia per l'accordo di coalizione: sentirò Brucchi e Gatti, ma decido io

TERAMO«La scelta del candidato sindaco in un Comune capoluogo spetta al coordinatore regionale». Da Palazzo Madama, dov'è in corso la seduta del Senato per l'elezione dei capigruppo, Nazario Pagano riafferma la linea di Forza Italia sul caso Teramo. Piche parole per confermare quanto aveva annunciato nei giorni scorsi e di fatto sgombrare il campo dai dubbi sulla legittimazione a trattare con gli alleati nell'individuazione della candidatura ufficiale. «Se vogliono riunirsi al livello locale, non lo posso impedire», chiarisce il coordinatore regionale, «ma appena rientro mi occuperò di Teramo». Già oggi Pagano dovrebbe riprendere i contatti avviati qualche giorno fa e annuncia colloqui ad ampio raggio. «Sentirò tutti, a cominciare da Gatti e Brucchi», tiene a precisare, «per trovare la soluzione migliore». Il senatore, comunque, avoca a se e al tavolo regionale la consacrazione della scelta. Per questo annuncia la convocazione dei suoi omologhi abruzzesi e sottolinea di aver già preso appuntamento con il coordinatore della Lega a deputato appena eletto come lui Giuseppe Bellachioma. Pagano, insomma, declassa la valenza della riunione con Futuro in e il raggruppamento civico che lunedì sera ha affidato a Giandonato Morra l'incarico di trattare la sua candidatura con il resto della coalizione, ma non entra nel merito dell'ennesimo scontro tra Paolo Gatti e Maurizio Brucchi sulla rappresentanza di Forza Italia a quell'incontro. «Al di là di tutto si tratta di una situazione che non è nata oggi», ricorda, «ma si riferisce a una vicenda che non è stata ancora superata». Forza Italia, più degli altri partiti di centrodestra, paga lo scotto delle lacerazioni che a inizio dicembre hanno portato alla caduta dell'amministrazione comunale.«Troveremo un modo», assicura il coordinatore regionale, «per appianare tutte le questioni». Pagano non perde di vista il risultato finale. «Dobbiamo ricostruire uno schieramento comune», ricorda, «e individuare un candidato forte e credibile». Nonostante le traversie degli ultmi mesi secondo lui è più che mai possibile rimetter e insieme i pezzi della coalizione puntare al successo nelle comunali di giungo. «Mi interessa che il centrodestra vinca», conclude, «e ci sia un'amministrazione efficace». Pagano non lo conferma, ma ha pronta la mossa anche per la lista dei candidati consiglieri. Ad approntarla con lui sarà un ticket formato dal gattiano Giacomo D'Ignazio e dall'uscente Italo Ferrante, vicino a Brucchi

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