PESCARA Più di 200 giorni di attesa per una risonanza magnetica, 300 per una mammografia. E sono solo alcuni degli esempi fatti ieri dai sindacati per dire che nelle sanità pubblica regionale la vera emergenza-urgenza è quella di cambiare passo. Cgil, Cisl e Uil, insieme con le altre sigle dei pensionati e del pubblico impiego, hanno presentato una petizione popolare da portare sul tavolo della Regione che punta a raccogliere 20.000 firme entro il prossimo mese di maggio. E non c'è solo la lunga via crucis per accedere a un esame diagnostico nelle strutture delle Asl. Le altre questioni poste dai sindacati riguardano la cancellazione del superticket, il potenziamento delle strutture territoriali, il rispetto della medicina di genere nella programmazione sanitaria.
LA RICHIESTA
Alla Regione si chiedere di spendere gli ultimi scampoli della legislatura promuovendo un piano di investimenti da approvare entro il 2018 per il potenziamento della medicina territoriale e domiciliare: dalle case della salute agli ospedali di comunità. In Abruzzo mancherebbero oggi circa 2.000 posti letto per far fronte a questa carenza, coperta in larga parte dal privato. E questo, fanno osservare le organizzazioni dei pensionati, in una regione dove la popolazione invecchia senza che nulla cambi, con un sistema sanitario bloccato su vecchi standard. Per Carmine Ranieri (Cgil Abruzzo), il cambio di rotta è necessario anche per il superamento delle «gravissime carenze di personale e degli strumenti diagnostici delle Asl», ritenute alla base delle lunghe liste di attesa e del fenomeno della mobilità passiva (la fuga dell'utenza sanitaria verso le altre regioni).
Il sindacalista segnala, tra le altre cause, la cattiva gestione degli interventi e delle ricette programmabili: «Con investimenti di 4-5milioni di euro si potrebbero ridurre di molto le liste di attesa». Una svolta è sollecitata anche a garanzia e nel rispetto della medicina di genere: «La prevenzione e la cura vanno affrontate in modo diverso tra uomo e donna». Germana Temporin (Uil pensionati) ricorda che per la popolazione anziana il servizio sanitario è l'aspetto centrale dell'esistenza, la prima emergenza da affrontare: «Molti rinunciano persino a curarsi a causa delle lunghe liste di attesa, e chi rinuncia alla prevenzione aumenta anche il costo del servizio sanitario. Come il gatto che si morde la coda - osserva la sindacalista - mentre le carenze della medicina territoriale continua a colpire gran parte delle famiglie». Giovanni Notaro (Cisl) ricorda il quadro disastroso da cui viene la sanità abruzzese: «Questo ha comportato delle scelte, ma adesso occorre invertire la tendenza. Il cittadino - ha spiegato il sindacalista - trova sempre maggiori risposte nel privato e non nelle strutture pubbliche». Adesso si parte con la raccolta delle firme: la petizione popolare da portare sul tavolo della Regione, ormai in scadenza dopo l'elezione al Senato del governatore Luciano D'Alfonso al Senato dovrebbe condurre (ma in tempi ancora incerti) al voto anticipato. I sindacati annunciano una mobilitazione capillare su tutto il territorio per centrare l'obiettivo delle 20.000 firme entro il mese di maggio. Ad essere accerchiato, in un governo regionale con la testa già alla campagna elettorale, è soprattutto l'assessore alla Sanità, Silvio Paolucci. Dopo l'uscita dal lungo commissariamento, era toccato a lui riprendere le redini della sovranità politica restituita all'Abruzzo in materia sanitaria, con tante partite ancora aperte. Come quella dell'edilizia ospedaliera, della riorganizzazione delle Asl, della medicina territoriale, da ridisegnare sui nuovi Lea (livelli essenziali di assistenza). I 100 giorni chiesti da D'Alfonso per non interrompere bruscamente la legislatura regionale, hanno probabilmente molto a che fare anche con questo.