ROMA Va ai supplementari la vendita di Alitalia. E' ormai sicuro che il termine del 30 aprile verrà prorogato. Di quanto? Il ministro dello Sviluppo uscente Carlo Calenda avrebbe sondato M5S e Lega, i due partiti vincitori delle elezioni, concordando uno slittamento a dopo l'estate. Almeno fino a settembre, salvo che non si voglia prendere subito un tempo ancora più congruo, per avere la certezza di confezionare una soluzione che vada bene a tutti. A breve il Consiglio dei ministri, in carica per l'ordinaria amministrazione, emanerà un decreto ad hoc spostando di qualche mese il termine entro il quale chiudere l'asta potendo beneficiare del finanziamento statale da 900 milioni, di cui 600 da restituire il 30 settembre e 300 a fine anno.
Una soluzione ottimale che sta bene a molti sarebbe di utilizzare il nuovo spazio temporale a disposizione per coinvolgere nella gara un nuovo partner tricolore, da agganciare a uno degli attuali pretendenti a cui affiancare, quale partner finanziario, la Cdp. Due giorni fa lo ha fatto capire il presidente Claudio Costamagna a margine della presentazione dei risultati 2017 della Cassa. A domanda precisa, così ha risposto Costamagna: «Noi non siamo nella procedura. Se il vincitore sarà però interessato ad averci come partner di minoranza, saremo disponibili». Insomma, per Alitalia potrebbe ripetersi lo schema Ilva, dove l'istituto di via Goito ha siglato un accordo con Mittal per rilevare il 6% in cambio di 100 milioni. E sebbene alle viste non ci sia ancora nulla di concreto, con molta riservatezza qualcosa si sta muovendo. Si parla infatti di un importante investitore di matrice italiana già al lavoro, affiancato da un advisor internazionale che negli ultimi anni ha studiato più volte il dossier. L'idea sarebbe di far acquisire all'investitore italiano il 51% di un veicolo che acquisirebbe i rami d'azienda di Alitalia, mentre il restante 49% potrebbe essere ripartito tra Cdp e uno dei vettori internazionali già presenti nella procedura di gara. Non Lufthansa che corre da sola, piuttosto Delta o Air France.
GLI OBIETTIVI
Il nuovo assetto dovrà poi fare i conti anche con gli obiettivi del nuovo governo, di cui allo stato non si intravedono le sembianze. Di certo i Cinquestelle e la Lega hanno visioni non dissimili. «Alitalia non va svenduta alle multinazionali o alle società straniere - dice Matteo Salvini - la compagnia va valorizzata». Quanto a Luigi Di Maio, il suo «Alitalia non va salvata, ma rilanciata» la dice lunga. Per gli attuali pretendenti quindi la strada si fa ancora più in salita. Comunque, in attesa di nuove indicazioni politiche, i commissari Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari proseguono le trattative con gli attuali pretendenti, i quali presenteranno le loro offerte vincolanti solo quando sarà insediato il nuovo governo. Subito dopo la pausa pasquale, riprenderanno i negoziati. Sono già stati fissati i nuovi incontri per martedì 3 e il giorno dopo con Lufthansa, la cordata a tre Cerberus, Air France, easyJet e infine con Delta che corre da sola anche se tiene d'occhio il raggruppamento di Air France, visto che entrambe fanno parte di Sky Team. C'è da dire che i commissari, salvo contrordini, stanno proseguendo i dialoghi tenendo fermi alcuni punti: Alitalia ha 9 mila dipendenti, più 1.500 in cassa integrazione; dei 9 mila, 3 mila sono impiegati nell'handling e 6 mila nella parte aviation. Il sacrificio massimo che potrebbe essere compiuto riguarda un migliaio di piloti e hostess da far uscire mediante ammortizzatori. Oltre queste basi, Gubitosi & C non si muovono. Ecco perché pur continuando a trattare con Lufthansa, la pista tedesca oggi ha poche chance di successo.