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Pescara, 24/07/2024
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Data: 31/03/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Riaprire corso Vittorio, un errore che non considera il bene comune di Giampiero Sartorelli(*)

Avere delle zone pedonali all’interno dei centri urbani è obiettivo della quasi totalità degli amministratori delle medio-grandi città.Eper molte di queste, l’isola pedonale è diventata biglietto da visita da offrire e da sfruttare in termini non solo turistici. Se correttamente progettata e ben inserita nel contesto urbano, la zona produce notevoli effetti positivi: dalla riduzione dell’inquinamento, sia di polveri sottili che acustico, al non disprezzabile aumento dell’uso dei mezzi pubblici. E, cosa non trascurabile, una evidente valorizzazione turistica e commerciale. È però evidente come questa non sia la filosofia dell’attuale amministrazione comunale della nostra città che, dopo la parziale riapertura dell’area e dopo mesi di inutili discussioni, ha infine ripristinato il doppio senso su corso Vittorio Emanuele. Come abbiamo sempre sostenuto, in scelte che coinvolgono l’utilizzo di un bene comune, il saggio e corretto amministratore deve prima di ogni altra cosa pensare al bene della comunità e non deve farsi influenzare dalla linea adottata dal suo schieramento politico o dalla richiesta di una parte minoritaria della cittadinanza. Non vogliamo fare sterili polemiche,masiamo sempre più convinti che prima di apportare modifiche sarebbe stato necessario munirsi di un piano del traffico, per cui le scelte operate sono minate da una evidente lacuna regolamentare. Senza di esso, nessuna modifica alla viabilità può definirsi appropriata, corretta, valida. In attesa del piano, la giunta avrebbe dovuto astenersi da interventi che incidono notevolmente sul flusso circolatorio (e questo vale anche per altre zone della città), le cui conseguenze non sono assolutamente verificabili a priori. Riaprire corso Vittorio a doppio senso, anche se con un limite di velocità, pensiamo sia molto pericoloso per l’incolumità delle persone: non vi è lo spazio sufficiente, non vi sono barriere protettive, si creeranno situazioni di grave pericolo che sconsiglieranno l’uso della strada. Tutto tornerà come prima, con l’aggravante che, abbandonata dai pedoni, dai ciclisti e dallemammecon i bambini, la strada sarà fagocitata dai soliti pirati, che la utilizzeranno per le loro corse sfrenate e senza controllo, con il prevedibile parcheggio selvaggio. Ricordo infine che il tanto osannato centro commerciale naturale, di cui anche oggi si parla, avrebbe necessità di maggiori aree pedonali, non di zone miste auto-pedoni-biciclette. Ma quello che più meraviglia è il fatto che negli ultimi mesi si è parlato di cattiva qualità dell’aria incolpando la forte presenza di auto, che però, giova ricordarlo, sono solo parte del problema. Allora, se il problema è la salute, non vi è spazio per interessi di parte, siano politici o di categoria: dovere di chi amministra è quello di tutelare i propri concittadini. Come Automobile club ci battiamo da anni per una mobilità sostenibile, pertanto non deve sembrare contraddittorio il nostro invito a ridurre la presenza di auto sulle strade. Riteniamo che essere vicini agli automobilisti significhi anche saper gestire al meglio la mobilità, fornendo parcheggi, servizi pubblici efficienti, migliore qualità dell’aria, offrendo soluzioni condivisibili e razionali che aiutino i cittadini.

(*) Presidente Automobile club

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