ROMA Quasi un quinto dei bus a noleggio con conducente per il trasporto di persone, dunque anche quelli per i tour dei turisti e per le gite degli studenti, in Italia, non è in regola. Su oltre 29mila, precisamente 29434, bus per il trasporto di persone destinati a servizio di noleggio con conducente presenti nell'Archivio Nazionale dei Veicoli gestito dalla Motorizzazione, sono ben 5482 quelli privi di revisione - secondo il codice stradale dovrebbe essere effettuata ogni anno - che dunque non potrebbero circolare. Ossia, il 18,62%.
LA DENUNCIA
A denunciarlo è un'analisi di Facile.it effettuata su dati ufficiali del Ministero dei Trasporti. I numeri sono chiari e mostrano un netto divario tra il Nord e il Centro-Sud del Paese. La regione in cui si registra la più alta percentuale di mezzi privi di revisione è la Campania, con il 30,10%. Segue la Calabria con il 26,51%. Al terzo posto, sul podio delle realtà in cui il fenomeno è più evidente, l'Umbria con il 25%. E ancora, Puglia, con il 23,01%, Sardegna, con il 22,78%, e Sicilia, con 20,99%. Il Lazio si colloca al settimo posto con il 19,80%. Poco distante la Basilicata, con 18,86%. Superiore al 15% la quantità di bus non in regola in Molise, Abruzzo e Toscana. Il dato è inferiore al 15% ma superiore al 10% nelle Marche, in Lombardia, in Friuli Venezia Giulia nonché in Liguria, Veneto ed Emilia Romagna. Agli ultimi posti nella graduatoria, Piemonte con 7,52%, Trentino Alto Adige con 7,28% e Valle d'Aosta con 4,76%.
LA SITUAZIONE
La situazione cambia se si misura la situazione in termini assoluti. La Campania rimane al primo posto con 1370 bus privi di revisione. Il primato negativo a livello provinciale, per numero di mezzi, va a Napoli, con 732 bus, il 28,06%. Seguono Salerno con 312, il 34,02%, Caserta con 164, il 31,54%, Benevento, con 94, il 34,56%, infine Avellino con 77, il 28,95%. Il Lazio, dal settimo posto percentuale sale al secondo, con 664 bus. La provincia con il maggior numero di mezzi non revisionati è Roma, con 315, che a livelli percentuali, però, con il 15,81% è al gradino più basso della graduatoria delle province laziali. Il primato negativo, in percentuale, va infatti, a Frosinone, con 30,51%, pari a 227 mezzi. A Latina i bus non revisionati sono 65, il 18,73%, a Viterbo sono 28, il 21,71%, a Rieti, 9, il 22,50%.
La Puglia passa al terzo posto con 535 mezzi: la provincia con la percentuale più alta è Barletta-Andria-Trani, 29,14% quella con i valori più bassi è Bari, con 129 mezzi,il 17,82%. La Sicilia diventa quarta con 442. E se talune regioni del Nord salgono di posizione è per il maggior numero complessivo di bus presenti nella zona. Così, la Lombardia è quinta con 412. Seguono il Veneto con 344, la Toscana con 262, l'Emilia Romagna con 225, superiore di un solo mezzo alla Calabria, con 224, ma con un divario percentuale di circa 15 punti. In Sardegna i bus incriminati sono 218, in Umbria 169. Sopra ai cento pure Basilicata e Abruzzo, rispettivamente con 112 e 111. Sotto ai 90 bus non in regola tutte le altre regioni. Si conferma all'ultimo posto la Valle d'Aosta con appena quattro mezzi.
LE IPOTESI
Ovviamente, alcuni dei bus privi di autorizzazione a circolare potrebbero effettivamente essere chiusi in depositi e rimesse, dunque essere parcheggiati o non più in uso, ma, sottolineano gli autori dell'analisi, «è pressoché impossibile conoscerne il numero preciso». Rimane dunque l'incognita dell'effettivo rischio in strada. La mancanza di revisione comporta possibili pericoli in termini di sicurezza e pure ripercussioni dal punto di vista assicurativo. A complicare ulteriormente la misura del rischio su strada, le condizioni del parco auto, che, secondo l'Osservatorio Facile.it, vede il 19,50% dei veicoli non in regola con la revisione, per un totale di oltre 13 milioni di mezzi, 7,4 dei quali rappresentati da vetture private. Anche qui, al primo posto la Campania, con il 40,72% dei veicoli non in regola. Poi, Lazio e Lombardia.
«La legge c’è, la vera falla è nei controlli. E i mezzi vecchi rischiano 5 volte di più»
Bus a noleggio con conducente in circolazione ma privi di revisione. Enrico Pagliari, coordinatore scientifico dell’area tecnica Aci, come è possibile che questo accada? «La normativa c’è ed è efficace, il problema è nei controlli. Sappiamo che il numero di quelli effettuati in strada, in Italia, è ben al di sotto della media europea. E la questione non è l’unica, il problema è nella qualità delle revisioni». Potrebbero non essere sufficienti pure quelle effettuate? «La qualità dei controlli è fondamentale, come Aci lo ripetiamo sempre. Le revisioni periodiche dovrebbero essere certificate, perché, senza fare generalizzazioni, capita che siano eseguite
in modo molto leggero. Anche le riparazioni effettuate dopo un incidente dovrebbero essere certificate». Su cosa si dovrebbe basare la certificazione? «Sulla formazione. Bisogna insegnare come effettuare controlli approfonditi per garantire l’operatività dei veicoli. E l’aggiornamento è importantissimo. Le nuove tecnologie impongono controlli sempre più rigorosi ed è necessario che gli operatori siano formati». Per sollecitare chi non fa la revisione, potrebbero essere utili sanzioni più pesanti? «Come Aci siamo contrari all’inasprimento delle sanzioni economiche. A contare è la certezza della pena». Quanto è realmente pericoloso un bus senza revisione in strada? «Sono le statistiche a dirlo: un veicolo vecchio, magari di dieci anni, è molto più pericoloso di uno nuovo. Il rischio di incidenti è cinque volte superiore».