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Pescara, 24/07/2024
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Data: 05/04/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
In vigore legge Madia. A rischio cento posti negli enti della Regione

PESCARA La legge di riordino delle società partecipate, meglio nota come riforma Madia, risale al giugno del 2016. A questa sono seguiti i vari decreti attuativi a cui gli enti pubblici sono stati chiamati a dare corso.Ma soltanto adesso i sindacati hanno avuto conferma, dopo l’ultimo colloquio con il governatore Luciano D’Alfonso e l’assessore al Bilancio, Silvio Paolucci, che la riforma costerà un centinaio di esuberi alla Regione. Lavoratori, per altro, che non rientrano nei processi di mobilità. Questo aumenta la preoccupazione di Cgil, Cisl e Uil che contestano il trattamento riservato al personale delle partecipate senza un preventivo accordo con i sindacati. La riforma, come è noto, punta ad eliminare gli sprechi in quelli che sono stati spesso definiti i “carrozzoni della politica”, società ritenute a volte inutili o puramente rappresentative, dai conti in rosso e utilizzate come parcheggio per i cosiddetti “trombati”, i candidati bocciati alle urne e poi gratificati con un gettone di presenza in qualche consiglio di amministrazione. Non sempre così, naturalmente, ma quanto basta per avere indotto il Governo uscente al giro di vite: tagli delle società in passivo, accorpamenti obbligatori, riduzione delle indennità e dei posti nei consigli di amministrazione, razionalizzazione dei servizi. Adesso Cgil, Cisl e Uil accusano: «La Regione, purtroppo, in questi sei mesi, non si è impegnata nell’attuare quanto previsto dal decreto Madia rispetto alla corretta gestione del personale in sovrannumero, con il mancato coinvolgimento delle organizzazioni sindacali ». Da qui una serie di richieste indirizzate alla giunta regionale, partendo dall’azzeramento della tempistica prevista dalla legge per la fase informativa e consultiva, ritenuta superata dalla pubblicazione del decreto del Ministero del lavoro del 23 dicembre scorso. I sindacati chiedono anche la costituzione di un tavolo con la Regione per definire il quadro di riferimento da seguire nel processo di riorganizzazione delle partecipate, con una mappatura delle società che coinvolga anche gli altri enti, e il monitoraggio costante delle stesse da parte della Regione. Per Cgil, Cisl e Uil, la priorità resta la salvaguardia dell’occupazione: «C’è bisogno di un nuovo assetto normativo da sottoporre al nuovo Governo alla luce della non rispondenza degli impegni fissati nell’iter della riforma Madia sulle società partecipate per impedire, anche in Abruzzo, l’adozione di misure che sarebbero sicuramente impugnate per il loro contrasto con il decreto legislativo».

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