PESCARA Dopo poco più di tre anni, visto che la nomina avvenne nel gennaio del 2015, Nicola Mattoscio, professore ordinario all'università d'Annunzio Chieti-Pescara ed ex presidente della della Fondazione Pescarabruzzo, lascerà la presidenza della Saga, la società che gestisce l'aeroporto d'Abruzzo. Mattoscio, che aveva preso il posto di Lucio Laureti, terminerà il suo incarico nella prossima assemblea della Saga, che si terrà agli inizi di maggio. Lo ha confermato lo stesso Mattoscio. «Siamo andati già oltre rispetto a quanto avessi previsto», ha ricordato Mattoscio, «visto che era mia intenzione rimanere alla presidenza non oltre sei mesi, come avevo annunciato. Poi, però», ha continuato il docente, il quale, per la carica, ha rinunciato a qualsiasi emolumento, «si sono susseguite delle emergenze. E, per superare queste, sono rimasto oltre la scadenza che mi ero data. Cessate queste, non rimango un giorno in più di quanto stabilito. Io non sono», ha infatti voluto sottolineare Mattoscio, «l'imprenditore dell'aeroporto. E anche se mi hanno chiesto di rimanere, a questa richiesta ho risposto di no». Un incarico, quello della presidenza della Saga, che Mattoscio assunse, come disse all'epoca, «per spirito di servizio», e che il prossimo mese volgerà a termine. Ma senza sorprese. «Le autorità competenti», sottolinea Mattoscio, «di questa mia decisione di non continuare - come d'altronde, lo ripeto, previsto sin dall'inizio - sono già informate». Una nomina, quella di tre anni fa, che suscitò polemiche, visti gli altri incarichi dell'allora neo-presidente, quale quello di docente e di presidente della Fondazione Pescarabruzzo. «Rifiutai ripetutamente», precisò Mattoscio, riferendosi all'offerta della presidenza della Saga, «con una decisiva argomentazione riferibile solo ed esclusivamente al mio stile personale: assumere quell'incarico mi sembrava, e così poteva essere anche per l'opinione pubblica, un'eccessiva concentrazione di funzioni e di responsabilità in capo alla mia persona. Solo a gennaio», disse ancora il docente, «dopo un'ulteriore insistenza, accettai ad una particolare condizione: che lo svolgimento dell'incarico potesse qualificarsi come una disinteressata occasione per restituire all'intero Abruzzo qualcosa della mia, per quanto considerabile modesta, pur sempre fortunata esperienza professionale».