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Pescara, 24/11/2024
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Data: 05/04/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Verso le amministrative - D'Amico resiste all'ultima tentazione Pd. Il rettore incontra gli ex consiglieri ma declina l'invito a candidarsi sindaco: «Pronto a dare il mio contributo da cittadino»

TERAMO «Darò il mio contributo da cittadino, ma non da candidato sindaco». Il rettore Luciano D'Amico spegne così le ultime sollecitazioni provenienti dal Pd per fargli assumere la guida della coalizione di centrosinistra nelle prossime elezioni comunali del 10 giugno. Lo fa subito dopo aver ricevuto gli ex consiglieri Dem Alberto Melarangelo, Maurizio Verna e Flavio Bartolini, saliti in ateneo per un estremo tentativo di convincimento nel quale hanno messo sul piatto il loro peso elettorale assicurandogli pieno e convinto sostegno nella campagna ormai alle porte. Pur avendo appezzato l'iniziativa il rettore ha però confermato l'indisponibilità a candidarsi.«Devo concludere il mandato all'università», spiega, «è un impegno preso con gli studenti e con i colleghi». Il suo mandato scadrà a fine ottobre, l'elezione del successore è fissata per il 5 giugno e l'accettazione della candidatura a sindaco avrebbe ripercussioni anche sul mandato del nuovo rettore che, costretto ad insediarsi in anticipo, per il regolamento dell'ateneo perderebbe di fatto un anno di incarico. C'è poi una questione di etica personale. «Sarebbe scorretto sfruttare la visibilità ottenuta come rettore», rileva D'Amico, «per un incarico politico». Secondo lui ci sono persone in grado di guidare la rinascita della città, per cui l'ipotesi di un suo coinvolgimento diretto nel massimo ruolo amministrativo si può accantonare senza difficoltà. «Tra l'altro ho già assunto impegni con le società scientifiche a cui appartengo», aggiunge, «e non mi posso tirare indietro perché sarebbero incompatibili con l'eventuale incarico da sindaco». È inutile insistere, quindi: D'Amico assicura il proprio impegno per Teramo, ma fuori dalle sedi istituzionali. «Sono pronto a fare tutto quello che mi sarò chiesto come cittadino», ribadisce, «ma non mi pare opportuno fare il salto». D'Amico è prossimo al congedo dall'ateneo. «Lascio un'università in condizioni incomparabilmente migliori rispetto a come l'ho trovata», sottolinea, «ma questo è stato possibile grazie ai colleghi, agli studenti e alla benevolenza con cui la città ha accolto le nostre iniziative». Il rettore esprime sentimenti di gratitudine e riconoscenza nei confronti di Teramo. «Concludo un mandato straordinario anche per il rapporto con i teramani», osserva, «qui non mi sono mai sentito un estraneo». Assicura che porterà con sé un invito ricorrente che racchiude lo spirito dei suoi concittadini di adozione: «Se ti trovi a passare sotto casa a ora pranzo, sali». Di buttarla in politica, però, non è il caso. «Qualora dovessi, lo farei a Teramo», tiene a precisare, ma al momento non se parla. D'Amico comunque resterà teramano. «Sono convinto», conclude, «che si possa fare molto anche da cittadino».

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