L'AQUILA Non mancherà nessuno e non poteva essere diversamente. Fioccano la adesioni alla grande manifestazione prevista per domani all'Aquila alle 10,30 con partenza dalla Fontana Luminosa per dire no alla restituzione delle tasse non versate dopo il sisma nel periodo di sospensione, intimata a imprese e professionisti perché l'Europa ritiene le agevolazioni un aiuto di Stato, concorrenza sleale nel mercato comunitario. La proroga di 120 giorni per la presentazione degli incartamenti propedeutici al recupero, accordata l'altro giorno dal governo per il tramite del premier Paolo Gentiloni, ha certamente rasserenato gli animi rispetto a una stangata che poteva essere imminente, ma al contempo non ha fiaccato la resistenza: il corteo di domani si farà e si punta a registrare un alto numero di presenze.
Le premesse sono buone perché, come detto, le adesioni sono state tantissime, provenienti dai diversi mondi della comunità. Le istituzioni, ovviamente, con Comune e Regione in testa perché promotori dell'iniziativa, ma anche la politica in genere ci sarà anche un leader nazionale, Giorgia Meloni e ieri sono arrivate nuove adesioni, come Pd e Prc -, le associazioni di categoria, i sindacati, le singole imprese. Il leit motiv è già scritto: bene la sospensione, ma questi quattro mesi andranno utilizzati per riaprire il tavolo con l'Europa. Lo ha detto anche il sottosegretario alla giustizia, Cosimo Maria Ferri: «E' un segnale molto importante che mostra la grande attenzione nei confronti di una parte della popolazione da anni in difficoltà. È giusto seguire costantemente questi territori sostenendoli in tutte le fasi, è ciò che dovrà fare anche il prossimo esecutivo di qualunque colore esso sia. La proroga -dice in una nota - inoltre consente all'Italia di avviare un nuovo confronto con Bruxelles». Sulla stessa linea Paola De Micheli, che ha operato in prima persona per raggiungere l'obiettivo: «La proroga significa che le imprese e anche il commissario avranno molto più tempo per fare gli approfondimenti. Ma ovviamente questi 120 giorni diventano tempo a disposizione delle istituzioni, cioè Parlamento e nuovo Governo per poter elaborare una ulteriore ipotesi di soluzione negoziata con l'Europa per cercare di ridurre al minimo il danno di questa infrazione europea. Credo che questo sia un segnale molto importante di questo governo, un segnale che seguitiamo ad occuparci senza sosta delle emergenze del Paese».