L'AQUILA - "Sto lavorando in un certo modo, tenendo unito il perimetro del centrosinistra nel quale è entrata anche la componente di Giorgio D'Ignazio. Donato Di Matteo, Andrea Gerosolimo e Mario Olivieri dicono che restano ma non hanno partecipato all'ultimo Consiglio regionale perché pongono delle questioni programmatiche. Ho istituito 4 tavoli su altrettanti temi, lavoro, sanità, sociale e casa, nel giro di una settimana termina il loro lavoro e si decide".
Il vice presidente della Regione Giovanni Lolli, a cui spetta il compito di traghettare l'Ente a nuove elezioni quando il governatore Luciano D'Alfonso lascerà optando per il Senato dov'è stato eletto il 4 marzo, ad AbruzzoWeb fa il punto sull'evoluzione della crisi in Regione che si è aperta con le dimissioni degli assessori Di Matteo del Partito democratico e Gerosolimo di Abruzzo civico.
Questi ultimi "chiedono di chiarire alcuni aspetti programmatici, lo chiedono anche altri, come Liberi e uguali".
Proprio da Leu potrebbe fare il suo ingresso in giunta il sottosegretario regionale Mario Mazzocca, mentre secondo più di un rumors uno tra Lorenzo Berardinetti e Pierpaolo Pietrucci, consiglieri del Partito democratico, potrebbe prendere il posto di Gerosolimo.
Tavoli tematici il cui lavoro, dice Lolli, serve "non per riscrivere il programma, che sarebbe inutile per così poco tempo, ma per alcune questioni concrete da affrontare in pochi mesi, che sono quelle che hanno indicato i cittadini con il voto", fa osservare Lolli.
"Auspico che Di Matteo resti in giunta, mentre Andrea mi ha fatto un ragionamento politico in parte diverso", aggiunge.
Al termine del lavoro dei quattro tavoli, Lolli dice che "non intendo assegnare tutte le deleghe all'interno della giunta, ma anche ai consiglieri. Uno degli errori fatti con lo Statuto regionale - fa notare il vice presidente - è stato quello di ridurre il numero degli assessori. Com'è evidente alcune cose non sono state seguite adeguatamente".
"Il modello che ho in mente", chiarisce Lolli, "è quello di Camillo D'Alessandro, che ha esercitato la delega ai Trasporti non come una medaglietta. D'Alfonso è un personaggio che io non sono, dobbiamo sostituire un modello basato sulla leadership in un lavoro di squadra".