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Pescara, 24/07/2024
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Data: 15/04/2018
Testata giornalistica: Prima da Noi
Strada Parco Pescara: «20 milioni di euro di danni». Diffida delle associazioni agli enti: «nessun bus fino a risoluzione delle criticità». Fiorilli: «Se gli autobus non possono passare sulla strada parco per l’inadeguatezza degli asfalti o per l’eccessiva altezza dei marciapiedi, allora chiediamo la chiusura al traffico di tutte le strade di Pescara che versano in condizioni ben peggiori»

PESCARA. Decenni di commesse pubbliche «quantomeno irregolari» (anche per la filovia) avrebbero causato gravi danni patrimoniali e non, stimabili in oltre

20 milioni di euro, «oltre al conseguenziale nocumento procurato al paesaggio, al territorio» senza alcun beneficio o nuovo servizio.

E’ questa la stima fatta dalle associazioni Pescara Bici Fiab, Oltre il Gazebo, Ventimila Metri Cubi e Comitato Utenti Strada Parco che nei giorni scorsi hanno inviato una diffida a non far passare autobus sulla Strada Parco fino a quando non saranno risolte tutte le criticità.

Ed infatti nel documento si richiama l’attenzione degli Enti responsabili (Comune, Provincia, Regione e Tua) sulle precarie condizioni di usura della striscia di asfalto destinata ad accogliere il trasporto collettivo veloce in sede protetta a doppia corsia di transito.
Nella diffida si elencano, una dietro l’altra, una serie di inadeguatezze strutturali diffuse che impedirebbero l’ipotizzato impiego - ancorché in via sperimentale - di autobus a metano sulla strada parco garantendo le indispensabili condizioni di sicurezza di esercizio per i passeggeri, i ciclisti e i pedoni nonché la piena accessibilità al servizio di trasporto senza alcuna discriminazione.



LE CRITICITA’

Le criticità sono quelle ormai note, notissime. Come le «dimensioni anguste» della

carreggiata: sette metri (e in alcuni punti assai meno) invece dei 7.50 metri richiesti dal codice della strada.

Ma si evidenzia anche la necessità di radicali lavori di consolidamento strutturale, «dovuti alle pessime condizioni d'uso, mai oggetto di manutenzione sin dall'epoca della sua costruzione che risale agli ultimi anni novanta».

C’è poi la grande questione irrisolta della presenza, sul lato mare, di marciapiedi non a norma, dotati di dimensioni insufficienti al minimo come prescritto dalla normativa di settore (di 1,50 metri) e, addirittura, gravati da centinaia di barriere architettoniche insuperabili per mancanza di spazi idonei ad addolcire le pendenze degli scivoli, ben superiori al limite massimo dell'8% previsto dall'Ordinamento nazionale e comunitario.

Non sono a norma, si ricorda sempre nella diffida, neppure le banchine di

fermata alte ben trenta centimetri poichè realizzate a misura del pianale del cessato “Phileas” olandese, tutte da rimodulare in altezza ed accessibilità.

Questi lavori, già promessi da lungo tempo dalla Stazione appaltante, non sono stati mai realizzati: «si sta disattendendo l'apposita prescrizione del Comitato di Coordinamento Regionale V.I.A. deliberata con Giudizio n. 2275 dell'11 settembre 2013», sottolineano le associazioni.

Ma la lista è ancora lunga. Si segnala che l'impianto d'illuminazione è ormai vetusto e inefficiente, la pista ciclabile adiacente è pericolosamente sconnessa nel fondo stradale dalle radici emerse dai numerosi alberi a dimora, e da ultimo, ma non per minore importanza, vi è la presenza di ben 19 incroci a raso.



«Dopo circa trent’anni e 20 milioni di euro spesi», si denuncia ancora, «il Comune di Pescara –unitamente a quello di Montesilvano - non ha avuto alcuna migliore idea se non quella di trasformare l'unico viale ad oggi a disposizione della mobilità dolce in una strada per il passaggio di autobus a metano, con la conseguente attivazione di centinaia di semafori posti nei diciannove incroci ad alta densità di traffico che interessano il tracciato, che finirebbero inequivocabilmente per rallentare la circolazione veicolare mare-monti e annullare in modo significativo i benefici desumibili dalla qualità dell'aria (che così non sarebbe inquinata) dal passaggio dei bus sulla Strada Parco».


LA CONTESTAZIONE DI FIORILLI

«Non è più accettabile», commenta però Berardino Fiorilli, «che quattro o dieci cittadini continuino a tenere in ostaggio 117mila residenti di Pescara: l’asse di via Castellamare è stato riqualificato con fondi europei negli anni ’90 per dotare Pescara di una corsia di transito preferenziale riservato ai mezzi pubblici, in teoria i filobus. Ora, dopo aver perso vent’anni di tempo dietro le sterili proteste di pochi residenti, che pretendono di appropriarsi di una strada pubblica a discapito di tutte le altre arterie circostanti, che possono anche morire soffocate da polveri e smog, non è concepibile continuare a procrastinare l’apertura al traffico della via almeno agli autobus di linea per collegare in modo veloce Pescara e Montesilvano. E fa sorridere leggere l’assessore Diodati che, nel tentativo di non scontentare nessuno, assume il pretesto delle presunte barriere architettoniche per impedire la firma dell’ordinanza e il rilascio delle autorizzazioni. Se gli autobus non possono passare sulla strada parco per l’inadeguatezza degli asfalti o per l’eccessiva altezza dei marciapiedi, allora chiediamo la chiusura al traffico di tutte le strade di Pescara che versano in condizioni ben peggiori, come via Fonte Romana, dove mancano anche i marciapiedi per attendere l’autobus, o la stessa corso Vittorio Emanuele».


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