L'AQUILA - Sono tanti i lavoratori pendolari abruzzesi che spendono sempre più soldi di tasca propria per recarsi al lavoro, tra carburante, abbonamenti, per non parlare degli esosissimi pedaggi delle autostrade A24 e A25.
C'è poi una particolare categoria di lavoratori, i consiglieri regionali d'Abruzzo, che possono godere invece di un generosa indennità chilometrica forfettaria, da 4.500 euro netti per i consiglieri residenti oltre i 100 chilometri di distanza dal posto di lavoro, ovvero il consiglio regionale dell'Aquila, per importi minori a distanze inferiori ai 100 chilometri, ma in nessun caso meno di 4.100 euro mensili netti.
A tornare alla carica contro quello che viene definito un "intollerabile e ingiustificato privilegio", dopo analoghe inziative del Movimento 5 stelle, è ora Leandro Bracco, consigliere regionale di Sinistra italiana, che ha presentato un progetto di legge, già da oltre un anno, e che prevede un consistenze taglio.
La norma a sorpresa è finalmente approdata in aula nella seduta di consiglio del 10 aprile scorso, che però si è conclusa anzitempo per mancanza di numero legale, con conseguente rinvio della discussione di buona parte delle leggi in agenda, compresa quella di Bracco.
C'è comunque chi in consiglio obietta che si tratta solo di "demagogia spicciola", in quanto in realtà tale rimborso, chiamato non a caso "indennità per l'esercizio del mandato", se pure viene calcolato in base alla distanza chilometrica dalla cittàsede del consiglio regionale, in realtà non serve solo per le mere spese di viaggio, ma anche per tante altre spese che attengono alla funzione del consigliere che, onorando e prendendo sul serio la delega affitatagli dagli elettori, si muove costantemente nel territorio, per raccogliere le istanze dei cittadini, e per toccare con mano i problemi da risolvere.
Resta però il paradosso, ribattono "i demagoghi spiccioli", che trattandosi di un rimborso forfettario, un consigliere è liberissimo non fare nulla di quello di cui sopra. Può anzi disertare spesso e volentieri l'Emiciclo, in tutt'altre faccende affaccendato, piuttosto che amministrare la Regione. In ogni caso passerà comunque all'incasso dell'indennità.
Se poi tale ipotetico consigliere risiede, poniamo a 10 minuti di distanza dall'Emiciclo, e magari a svolgere il suo importante lavoro ci va a piedi o in bicicletta, ha diritto in ogni caso al rimborso minimo di 4.100 euro mensili puliti.
A ben vedere, infine tale indennità non è stata mai messa in discussione, eppure rappresenta la voce più consistente del compenso dei consiglieri composto anche da 6.600 euro di indennità di carica, e dagli 800 ai 2.700 euro per le indennità di funzioni, però questa volta lorde.
"Un rimborso spese per l’esercizio del mandato consiliare che è al tempo stesso sia esageratamente elevato quanto ingiustificato", sostiene dunque Bracco, e nella sua legge si prevede, senza troppi complimenti, un draconiano taglio di questa indennità.
Così calibrato: ai consiglieri il cui luogo di residenza si trova oltre i 100 chilometri da L’Aquila viene riconosciuto un rimborso di 2.500 euro al mese, invece che 4.500, sotto i 100 chilometri ma oltre i 50 chilometri da L’Aquila viene riconosciuto un rimborso di 2.000 euro al mese, mentre ai consiglieri il cui luogo di residenza si trova a meno di 50 chilometri da L’Aquila viene riconosciuto un rimborso di "appena" 1.500 euro al mese. Infine sono previste ulteriori riduzioni ai membri dell’esecutivo regionale e dell'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, assegnatari di autovetture di rappresentanza.
La proposta di legge, dopo aver bivaccato per mesi e mesi in commissione, è stata iscritta come detto all'ordine del giorno della seduta di martedi scorso. Peccato però che la seduta si sia chiusa anzitempo, in quanto il presidente della Regione Luciano D'Alfonso si è dovuto recare a Roma per un impegno legato alla sua nuova carica di senatore, e la maggioranza non ha avuto sufficienti voti per garantire il numero legale. E così la discussione ed eventuale, per quanto improbabile, approvazione della legge è saltata assieme ad molti altri progetti di legge.
Nella relazione introduttiva Bracco si mette anche a far di conto e riferisce che ad oggi vi sono 11 consiglieri regionali che percepiscono 4.500 al mese in quanto il loro luogo di residenza è situato a oltre 100 di distanza da L’Aquila per una spesa complessiva annua di 594 mila euro".
Vi sono poi 20 consiglieri regionali che percepiscono una somma compresa tra i 4.460 e 4.100 euro mensili in quanto la distanza tra il loro luogo di residenza e L’Aquila è inferiore ai 100 chilometri. Per questo scaglione si ha una spesa complessiva di 998.322 euro all'anno.
In totale la somma annua complessiva per le casse della Regione ammonta ad 1 milione e 690.752 euro.
Giova infine ricordare che il consiglio regionale del 10 aprile è stato convocato dopo la bellezza di 110 giorni di stop, prima per le vacanze di natale e capodanno, poi per la campagna elettorale delle politiche del 4 marzo, poi per riprendere fiato dopo le elezioni, infine per le vacanze pasquali.
All'Emiciclo, in questi tre mesi si è lavorato dunque poco o nulla, però l'indennità di esercizio di mandato, è stata erogata fino all'ultimo centesimo.