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Data: 17/04/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Tasse, in migliaia contro la stangata

Un unico corale no al terremoto fiscale, scandito con compostezza e civiltà da migliaia di persone (forse cinquemila) che, incuranti del giorno lavorativo, ieri mattina hanno sfilato dalla Fontana Luminosa alla Villa comunale sotto un'unica bandiera, quella neroverde. E' un segnale di compattezza e coesione forse inatteso. L'Aquila c'è, è viva, ha lasciato per un attimo da parte l'apatia e la rassegnazione, è tornata là dove purtroppo è stata per molte volte dopo il 2009: in piazza, per strada, a difendere niente di più che i suoi diritti. Sembrava di essere di colpo indietro di sette anni, all'8 novembre 2011, quando sempre la Villa Comunale si riempì per chiedere a gran voce la proroga della sospensione dei versamenti fino a fine anno. Oggi la battaglia ha un altro obiettivo: cancellare il balzello milionario che l'Europa vorrebbe imporre sotto forma di restituzione totale alle imprese e ai professionisti che hanno superato i 200 mila euro di aiuti. Una partita che da 70 milioni può finire a 120, sferrando la mazzata finale alla rinascita. E su cui c'è il giallo proroga: mancano ancora atti ufficiali.
LA GIORNATA
Al netto di qualche isolata posizione critica, pare di poter ravvisare una sostanziale unanimità di intenti. Alla fine solo il Movimento Cinque Stelle ha disertato, pur presente con il consigliere regionale Gianluca Ranieri. Gli altri, capeggiati dal sindaco Biondi e dal vice presidente della giunta regionale Lolli, c'erano tutti. Si è inserita nel bel mezzo del corteo, lungo il Corso, Giorgio Meloni, leader di Fratelli d'Italia, infastidita per il clamore suscitato dalla sua apparizione: «Oggi parlo solo dell'Aquila ha detto -, di un'Europa incapace di distinguere un aiuto di Stato da quello che uno Stato deve legittimamente fare sotto emergenza, parlo di un governo che riceve senza dire niente decisioni irricevibili, parlo del fatto che questa terra merita attenzione e sostegno per ricostruire, chi la vuole ammazzare non riceverà il nostro aiuto». Poi, tra le varie interviste, è andata anche oltre, parlando di «un'Europa cieca, sorda e anche un po' cretina». C'erano i parlamentari Pagano, Martino, Pezzopane (con tanto di bandiera neroverde del 2010 sulle spalle, «kit della protesta» come lo ha definito), Bagnai, D'Eramo, Quagliariello, Rotondi, il governatore D'Alfonso, defilato nelle retrovie con il sindaco di Pescara Marco Alessandrini e l'ex primo cittadino Massimo Cialente. C'erano tutta la giunta comunale con molti consiglieri, il presidente della Provincia Caruso, il consigliere regionale Pietrucci, tantissimi sindaci, tutte le categorie, i sindacati, le associazioni, una moltitudine di operai con il caschetto ben visibile, i professionisti, gli studenti.
LE DICHIARAZIONI
Una volta giunti alla Villa comunale, dal palco hanno parlato significativamente in due: Giovanni Lolli e Pierluigi Biondi. Particolarmente appassionato l'intervento del vice presidente della Regione: «Non ci divertiamo a stare qui, preferiremmo pensare ai nostri morti visto che in questi giorni ricorre l'anniversario e dedicarci alla ricostruzione. Ma siamo costretti a stare qui perché stiamo subendo un'ingiustizia incredibile e un danno mortale. Molte aziende chiuderanno, altre porteranno i libri in Tribunale, si perderanno centinaia di posti di lavoro. E' inconcepibile che l'Europa pensi che le aziende qui abbiano avuto vantaggi dopo un sisma. La sospensione e l'abbattimento della restituzione sono stati solo piccoli, limitati, strumenti, inferiori a quelli adottati in altre circostanze». Lolli ha insistito dicendo che «qui non si chiedono condoni, si rispettano le leggi e si pagano le tasse più alte», va riaperta la trattativa con l'Europa, «che nessuno ci prenda per ingrati perché abbiamo sempre riconosciuto le cose, da Berlusconi, a Renzi, a Barca», ma è inaccettabile che «con una mano ti tirano fuori dall'acqua e con l'altra ti affogano». «Non ci piegheranno ha concluso ripartiamo dai nostri colori, dal nero del lutto e dal verde della speranza». Biondi ha esaltato la coralità della «battaglia di civiltà che vale per tutta la Nazione, per i fratelli del Centro Italia e per gli altri»: «C'è stato un danno sistemico di un miliardo ha detto un calo del Pil del 3,7%, altro che aiuti. Vogliamo solo mantenere l'agevolazione, l'alternativa è la morte economica e sociale. Ma il territorio non si è stancato di lottare, non si è arresto, e io sono orgoglioso di rappresentarlo». «Se non ci ascolteranno ha infine avvertito Lolli ci faremo una camminata a Roma».

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