PESCARA - Sul piano formale l'approvazione del rendiconto 2016 da parte della giunta regionale è solo un passaggio tecnico che ha poco a che fare con la vita del cittadino. Su quello sostanziale, come spiegava ieri l'assessore al Bilancio Silvio Paolucci è: «Un risultato storico che consente di salvare servizi essenziali destinati soprattutto alle fasce più deboli». L'atto di giunta, che dovrà adesso essere completato con il passaggio in consiglio regionale, conclude infatti il lungo lavoro per l'allineamento dei conti della Regione: le mancate rendicontazioni di bilancio per le annualità 2014, 2015 e 2016 che erano costate la maglia nera all'Abruzzo: unica regione d'Italia a non avere effettuato i rendiconti delle ultime 4 annualità.
Adesso i conti sono in ordine, accompagnati dall'accertamento dei residui. «Questo - ha spiegato Paolucci - si traduce in documenti più trasparenti, bilanci più prudenti e tanti accantonamenti oggi in cassa per la sanità e il bilancio regionale che ammontano a circa 500milioni. Dunque, con la possibilità di erogare servizi essenziali nonostante il disavanzo di 750milioni ereditato dalle precedenti amministrazioni e che non era stato iscritto in bilancio».
CORTE COSTITUZIONALE
Tutto era nato con la Sentenza della corte costituzionale che aveva sancito l'annullamento del bilancio 2013 della Regione, cancellando economie programmate con una perdita secca di 60milioni sulle spese correnti. Poi, nel 2014, arriva la maggioranza D'Alfonso e sulle spalle dell'assessore al bilancio ricade questo enorme macigno: il riallineamento dei conti dell'ente atteso dal 2001. «Si è partiti da lì - spiega Paolucci - ed è per questo che è stato necessario tutto questo tempo. Il primo problema è stato di ordine tecnico, per le carenze di personale della struttura. Il secondo politico. I bilanci consuntivi precedenti il 2014 erano senza il calcolo dell'accantonamento dei residui. Praticamente carta straccia. L'azione politica che invece mi attribuisco - spiega ancora l'assessore - sta nell'essere riusciti ad ottenere dal governo l'ammortamento del disavanzo in 20 anni e non in 3. Sul piano pratico questo significa accantonare 25milioni di euro l'anno invece di 250, che si sarebbe tradotto nel taglio di servizi essenziali. Oggi possiamo affermare che questa è la più grande manovra politica fatta dalla Regione nei confronti dei più deboli. La montagna consistente dei debiti - sottolinea ancora Paolucci - sarebbe ricaduta sugli abruzzesi».
CERTEZZA
Avere garantito la certezza dei conti salva infatti l'erogazione di servizi sociali primari, legati all'assistenza, al sostegno alle famiglie, ai trasporti, nonostante sulla Regione continui a pesare un disavanzo oggi pari a 765milioni, in linea con quello del 2015 ma superiore di circa 80milioni rispetto al 2014. Un incremento spiegato dall'assessore con l'entrata in vigore delle nuove norme, che dal primo gennaio 2015 hanno imposto una stretta sugli accantonamenti relativi a crediti di dubbia esigibilità, residui perenti, spese legali, passività potenziali, perdite delle società partecipate. E' stato il direttore del Dipartimento Risorse e Organizzazione, Fabrizio Bernardini, a ricordare che l'Abruzzo era l'unica Regione d'Italia a non avere approvato i conti consuntivi degli ultimi 4 anni, guadagnandosi la maglia nera assieme alla Campania.
«Oggi - ha spiegato il dirigente - l'andamento dei conti è positivo. C'è un avanzo di 38milioni sul bilancio 2016 al netto del grande debito pregresso di 765milioni. E' stato un lavoro davvero difficile, ma che è solo all'inizio». Il prossimo obiettivo è l'approvazione del rendiconto 2017 entro il mese di giugno. L'altra buona notizia, fornita ieri da Paolucci, è che il governo ha desistito dall'impugnare il bilancio 2018 della Regione, come si era temuto, giudicando soddisfacenti i chiarimenti in merito ad alcuni aspetti contabili forniti dal Dipartimento. Ma adesso, come ha osservato Bernardini, occorrerà muoversi su tre fronti per tenere la barra dritta: i pensionamenti già avviati, con una media di circa 60 l'anno e un risparmio calcolato tra i 10 e 12milioni per le casse dell'ente; l'eliminazione del precariato e la conseguente indizione dei concorsi, necessari per rafforzare la programmazione e la gestione economico finanziaria della struttura. Il prossimo bando, per l'emissione in ruolo di 67 nuove unità, dovrebbe essere pubblicato a fine mese. Governare il disavanzo senza aumentare la pressione fiscale e senza apportare tagli ai servizi. Questo il merito che l'assessore attribuisce all'azione politica dell'attuale maggioranza e al lavoro della struttura, intensificato negli ultimi 18 mesi. Scrollarsi di dosso un altro marchio di Regione canaglia, non è stata però una passeggiata tra numeri e algoritmi.
Febbo contesta le cifre «I bilanci sono negativi»
PESCARA - Per il consigliere regionale di Forza Italia, Mauro Febbo i conti della Regione sono tornati tutt'altro che in ordine. La delibera sull'approvazione del consuntivo 2016 sarebbe stata tra l'altro secretata dalla giunta, rendendo impossibili le verifiche. Nel merito, l'esponente delle opposizioni si sofferma su alcune questioni: «I bilanci delle Asl tornano a chiudere in passivo. Le aziende strumentali della Regione chiudono, con 150 dipendenti mandati a casa. Il fallimento del Trasporto pubblico locale, con il rischio concreto di messa sul mercato della società Tua nel 2019. La mancata programmazione delle attività culturali, con un drastico taglio alle risorse. I richiami dell'Europa e dei vari ministeri sull'utilizzo dei fondi comunitari in percentuali minime (siamo sull'ordine dei decimali)». L'altro timore è che per i consuntivi 2014, 2015 e 2016 la Corte dei conti muova gli stessi rilievi e censure fatte per l'esercizio 2013: «In ogni caso - sottolinea ancora Febbo - i resoconti di questi 4 anni di amministrazione D'Alfonso sono stati decretati e giudicati dagli elettori con il voto del 4 marzo».